N. 15 14 luglio 2013
ANTEPRIMA - Floribeth Mora Díaz

«Miracolata da Wojtyla»

La guarigione straordinaria di una donna costaricense ha dato il via libera per proclamare santo Giovanni Paolo II. Il racconto…

Editoriale

La luce della fede illumina il nostro cammino

Cari amici lettori, è con grande gioia ed emozione che vi offriamo, con questo numero di Credere, la prima enciclica di…

Fratel Vincenzo Luise

IL MIO CUORE “MATTO” BRUCIA PER SAN CAMILLO

Il 14 luglio cominciano le celebrazioni per i 400 anni dalla morte di San Camillo de Lellis. Vi raccontiamo l’attività…

Intervista a Francesco Belletti

SÌ AI DIRITTI INDIVIDUALI, MA LA FAMIGLIA È UN’ALTRA COSA

Una sentenza della Corta suprema Usa boccia il matrimonio come sola unione tra uomo e donna. Francesco Belletti: «Una pericolosa…

Nonno mi spieghi..

Perché nel mondo esiste l'odio?

L’esistenza dell’odio nel mondo è un mistero legato alla natura del cuore umano. Lo dice chiaramente Gesù...

La prima enciclica di papa Francesco

GESU’ CRISTO LUCE DELLA FEDE

«La luce della fede: con quest’espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù...

Per una lettura completa...

Intervista a Francesco Belletti

SÌ AI DIRITTI INDIVIDUALI, MA LA FAMIGLIA È UN’ALTRA COSA

Una sentenza della Corta suprema Usa boccia il matrimonio come sola unione tra uomo e donna. Francesco Belletti: «Una pericolosa fuga in avanti»

 

Contro i matrimoni omesessuali: manifestazione in Francia a difesa della famiglia

FRANCIA - Proteste in Francia a difesa della famiglia contro l’approvazione della legge sui matrimoni tra persone dello stesso sesso varata a maggio (foto Reuters).

“Love is love”, l’amore è amore. è il tweet di Obama nel giorno in cui la Corte suprema degli Stati Uniti ha dichiarato lesiva della libertà individuale la legge federale che definisce il matrimonio come unione di un uomo e di una donna. Secondo Francesco Belletti, presidente del Cisf (Centro internazionale studi famiglia) e del Forum delle associazioni familiari «“love is love” non ha niente a che fare con il matrimonio, che non serve a regolare l’amore, ma a dare regole sociali alle relazioni tra i sessi e tra le generazioni. È come se per riconoscere la legittima libertà di scelte affettive, si pretenda di ridefinire un’istituzione».

Perché le persone omosessuali non hanno il diritto di vivere il loro amore e di vederlo riconosciuto?

«Francesco BellettiIl dibattito oggi è centrato sulla richiesta di parificazione delle relazioni tra persone dello stesso sesso e il matrimonio così come definito in tutte le legislazioni da moltissimi anni, ossia fondato sulla differenza sessuale e sul rapporto tra generazioni. L’articolo 29 della nostra Costituzione lo riconosce come luogo di cittadinanza, di diritti e doveri, un mix di responsabilità educative e impegno pubblico, come descritto anche nel Codice civile. Quando una persona si sposa cambia stato civile, variano le modalità con cui è cittadino di un Paese. Invece oggi la rivendicazione del riconoscimento del matrimonio omosessuale tende a definire l’esperienza familiare solo come esperienza affettiva».

Come garantire i diritti?

«Molte forme di convivenza tra privati possono generare delle ingiustizie, e in questo senso è ipotizzabile un eventuale intervento legislativo. Il problema per una politica seria è costruire una mappa ben definita di esigenze su cui intervenire per proteggere i diritti delle persone. La soluzione non consiste nel pensare che riconoscendo ogni relazione affettiva come famiglia il problema sia risolto. Quindi: sì alla tutela dei diritti degli individui, no all’indebolimento dell’identità della famiglia. La famiglia è un’alleanza tra le persone e lo Stato. Ma questo movimento di diritti civili non è in grado di esprimere un movimento di responsabilità e di doveri civili. Il tema andrebbe ripensato in chiave di solidarietà tra generazioni. C’è un passato, un presente e un futuro dell’umanità, ma queste rivendicazioni appiattiscono tutto sul presente, ripiegandosi su una domanda di auto-espressione».

Si dice che ai bambini basta avere qualcuno che li ami e che quindi anche due uomini o due donne potrebbero farlo…

«La sfida educativa e del benessere dei bambini è un punto decisivo; in nessuno dei registri comunali delle unioni civili è indicata una responsabilità nei confronti dei bambini. Questo è segno dell’adulto-centrismo di questa battaglia sui diritti civili. Non possiamo eludere alcune domande radicali: la costruzione dell’identità della persona può fare a meno di confrontarsi con la differenza sessuale? Per diventare adulti si può fare a meno di un padre e di una madre? Secoli di storia e decenni di scienze psicologiche documentano che il maschile e il femminile qualificano i processi educativi, perché il bambino ha bisogno di confrontarsi con queste diversità. Non significa negare che le persone omosessuali possano essere buoni genitori, ma il modello più naturale di processo educativo e più equilibrato di sviluppo della personalità non può fare a meno di confrontarsi con la diversità sessuale. In realtà, il dibattito spesso è ideologico; è anche preoccupante l’avvelenamento del linguaggio. Ad esempio, in Francia e in Spagna non si parla più di padre e madre ma di genitore A e B. Svuotare di significato le parole è un’operazione molto rischiosa».

Perché la Chiesa è contraria al matrimonio omosessuale?

«Credo che la Chiesa non sia contraria, la Chiesa non lo riconosce, non può riconoscere una dinamica che non corrisponde alla legge naturale dell’umano. In un certo senso la Chiesa incontra e segue la natura dell’uomo e della donna; la relazione tra persone dello stesso sesso è riconosciuta come una delle possibilità di vita di ciascuno, ma non ha a che fare con quello che è un matrimonio-sacramento o un matrimonio-istituzione pubblica. La riflessione sull’orientamento omosessuale nella Chiesa ha attraversato molti periodi, oggi una delle valutazioni è che la dimensione erotica e sessuale ha una sua sacralità assoluta e questo vale per tutti; in un certo senso, la castità è una sfida anche per gli sposi uomini e donne, oltre che per le persone dello stesso sesso. La Chiesa considera la relazione affettiva tra persone omosessuali un’esperienza che non fa riferimento alla famiglia come dono di Dio».

Cosa pensa della decisione della Corte suprema degli Stati Uniti?

«Con un voto a maggioranza risicata ha messo le mani su un valore antropologico fondativo del sociale e con grande disinvoltura ha preso una posizione di cui non è facile prevedere le conseguenze. Su questi temi sarebbe meglio muoversi con maggiore prudenza antropologica e giuridica. Penso sia stata una fuga in avanti che lascia un grande punto di domanda. L’umanità deve fare i conti con l’identità sessuale e con i luoghi che tengono insieme le persone».

Testo di Ilaria Nava

 

Archivio

Vai