N 16 2015 19 aprile 2015
Sommario 16 - 2015

Credere n. 16 - 16/04/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

Gesù Cristo, volto della misericordia del padre

Cari amici lettori, questo numero è dedicato alla Sindone. Inizia infatti domenica 19 aprile l’Ostensione concessa dal Papa…

La storia di copertina | Mario Tremore

Mario Trematore il pompiere che ha salvato la sindone

Durante l’incendio del 1997 riuscì a portare fuori dal duomo di Torino la teca con il Sacro lino. «Ho capito che il messaggio…

Il personaggio | Silvano Petrosino

«Diventate migliori, non i migliori»

Silvano Petrosino, docente all'Università Cattolica, incita gli studenti ad ascoltare se stessi senza inseguire la perfezione.…

L'esperienza | L'Azione Cattolica di Milano

Adoro il lunedì

L'Azione cattolica di Milano propone ai pendolari della stazione Centrale la possibilità di iniziare la settimana con una…

Ite, missa est | Enzo Romeo

Warhol e l’abbraccio di Dio

Andy Warhol, l’artista più famoso della pop art, si recava regolarmente in chiesa a New York, nella parrocchia domenicana…

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Ite, missa est | Enzo Romeo

Warhol e l’abbraccio di Dio

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Andy Warhol, l’artista più famoso della pop art, si recava regolarmente in chiesa a New York, nella parrocchia domenicana di San Vincenzo Ferrer, a Lexington Avenue. Accendeva una candela e si sedeva all’ultimo banco ad ascoltare la Messa, solitario e silenzioso. Era il periodo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, epoca di grandi cambiamenti sociali, che mettevano in crisi anche l’annuncio tradizionale della Chiesa. Padre Sam Matarazzo, il parroco dell’epoca, ricorda che lui non si confessava e non si comunicava, forse perché temeva di essere riconosciuto: era gay e frequentava la parrocchia nonostante nelle prediche il sacerdote si scagliasse regolarmente contro l’omosessualità.

Qualche tempo dopo, durante un viaggio a Roma, Warhol si recò il mercoledì all’udienza generale di Giovanni Paolo II. Quel giorno il Papa parlò della «teologia del corpo», di affettività e matrimonio. Disse che tante domande su questi temi furono rivolte all’ultimo Concilio e riformulate continuamente nel periodo post-conciliare. Le ponevano persone singole, coniugi, fidanzati, giovani, ma anche uomini della cultura contemporanea, come appunto Warhol. Cristo darebbe «agli uomini dei nostri tempi e ai loro interrogativi, spesso tanto impazienti» la stessa risposta che diede ai farisei e «si richiamerebbe innanzitutto al “principio”», dal quale ci si distanzia sempre più nella vita comune e nelle scelte di tutti i giorni.

Alla fine dell’udienza, stretto tra i fedeli, l’artista fu ammesso ai saluti e parlò brevemente col Papa, in modo sereno e cordiale. Era il 2 aprile 1980, data che sarebbe divenuta anniversario della morte di Wojtyla. Warhol disse che quella stretta di mano fu per lui come una benedizione. Chissà che atteggiamento avrebbe avuto oggi, nell’era di Francesco, che invoca la misericordia e l’abbraccio di Dio all’umanità piagata, costretta ad avanzare a tentoni verso un futuro incerto e a scrutare nel buio per scorgere una luce che guidi e illumini.

 

Testo di Enzo Romeo

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