N. 16 21 luglio 2013
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Così ho fatto l’altare del Papa

Parla il falegname che ha costruito gli oggetti liturgici per la Messa di Lampedusa. Il Pontefice l’ha ringraziato personalmente: «Bravissimo!»

 

CON IL LEGNO RACCONTA MORTE E SPERANZA - Da sinistra: Tuccio mentre costruisce l’altare; accanto al leggio poi utilizzato dal Papa; alcune produzioni religiose

CON IL LEGNO RACCONTA MORTE E SPERANZA -  Tuccio mentre costruisce l’altare (foto di MARCELLO GALOFORO / KIKAPRESS).

Francesco Tuccio, 48 anni, è il falegname che ha costruito l’altare e i vasi liturgici utilizzati dal Papa durante la Messa celebrata a Lampedusa. «Ho sempre creato oggetti su misura, rappresentavo gli scorci più significativi dell’isola con delle sculture – spiega ripercorrendo gli anni di lavoro –. Poi, però, quello che vedevo attorno a me mi ha cambiato e ho iniziato a raccontare la storia di chi arriva qui, affamato e assetato, con la speranza di un futuro migliore. La croce è il simbolo della sofferenza e della rinascita, una speranza che vorrei anche per loro».

A lui si deve la creazione dell’ambone, dell’altare, del pastorale e del calice, oggetti che lunedì 8 luglio papa Francesco ha utilizzato durante la celebrazione della Messa. «Per il leggio ho scelto i timoni di tre “carrette”,  le  imbarcazioni utilizzate dai migranti per arrivare fino a Lampedusa, mentre per l’altare ho utilizzato una barchetta dell’isola, perché volevo rappresentare l’unione di chi accoglie e di chi viene accolto».

Il pastorale, a forma di croce, è stato ricavato dalla prua di un’altra imbarcazione, e lo stesso vale per il calice, nato dal legno di una barca approdata nel 2011. Di quell’anno, in cui si è registrato il record di arrivi, Tuccio ricorda molto bene gli sbarchi: «C’erano centinaia di donne e bambini bisognosi di aiuto. Da un barcone, poi affondato, ho fatto in tempo a prendere dei pezzi, dai quali ho ricavato dei calici. Uno di questi è quello donato al Pontefice».

Nel giorno della sua visita, il Papa ha incontrato personalmente Francesco e la sua famiglia (la moglie Maria Giovanna coi figli Chiara, 14 anni, Gloria, di 12, Agnese, di 6 anni, e Calogero, di 4): «Avevo così tante cose da chiedergli... – sospira ancora emozionato – per prima cosa mi ha ringraziato, mi ha detto: “Quante cose hai fatto per me, sei stato bravissimo!”. Era come se stessi parlando con la persona più umile del mondo. Avevo già portato una croce a Benedetto XVI, ma in quell’occasione l’avevo consegnata io a Roma. Questa volta, invece, è stato come se l’avessi invitato a casa mia. Non ho capito più niente, ero troppo emozionato».

L'altare del Papa a Lampedusa

Foto di CIRO FUSCO / ANSA

Testo di Chiara Bruschi

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