N. 18 2015 3 maggio 2015
Sommario 18 - 2015

Credere n. 18 - 03/05/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

Expo 2015, condivisione e solidarietà per vivere da figli di Dio

Cari amici lettori, dal 1° maggio al 31 ottobre l’Italia ospita, a Milano, l’Esposizione universale, Expo 2015. Sono attesi…

La storia di copertina | Liliana Cosi

La mia vita consacrata alla danza

La grande ballerina, ex étoile della Scala, racconta l’incontro in gioventù con i Focolarini e la scelta di dedicare tutta…

Il personaggio | Vito Pagnotta

Il birraio che confida in Dio

A Monteverde, nell’entroterra campano, un giovane ha avviato un’azienda contro il parere di tutti, contando sulla provvidenza.

Ite, missa est | Enzo Romeo

Nobile semplicità

Qualche tempo fa, durante un sopralluogo in una chiesa, i componenti dell’Ufficio per i beni culturali della Cei furono accolti…

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Il personaggio | Vito Pagnotta

Il birraio che confida in Dio

A Monteverde, nell’entroterra campano, un giovane ha avviato un’azienda contro il parere di tutti, contando sulla provvidenza.

 

In foto: il birraio Vito Pagnotta. 

Questa è una storia semplice e straordinaria allo stesso tempo, in cui la freschezza di un sogno giovanile si fonde con i miracoli prodotti dall’affidamento alla divina provvidenza. Una storia che arriva da Monteverde, piccolissimo borgo dell’entroterra campano, in provincia di Avellino, e racconta l’avventura speciale di Vito Pagnotta e della sua azienda. Un’impresa agricola impegnata nella produzione e nella vendita di cereali e di pane secondo il principio della filiera corta, giunta alla terza generazione e che con Vito rinnova il volto, pur continuando a restare radicata nei valori tradizionali.

Il giovane imprenditore, con una laurea in Agraria in tasca, spinto dal vento di un’idea innovativa, sceglie di trasformare il frutto del lavoro di suo padre e prima ancora di suo nonno nella birra Serro Croce. Un accurato restyling aziendale, quindi, completa l’impresa della famiglia Pagnotta con un moderno birrificio, specializzato nella produzione di birra artigianale di alto pregio, avviata con la collaborazione del Cerb (Centro di eccellenza per la ricerca sulla birra) dell’Università di Perugia. Vito continua a studiare e a sperimentare, arrivando in Belgio per imparare l’arte direttamente da antichi maestri birrai. Se la formula di oggi ha portato l’azienda a un successo condiviso, per niente semplici e agevoli sono stati la gestazione e l’avvio del progetto.

La divina provvidenza si inserisce proprio a questo punto della storia, rispondendo con abbondanza di frutti alla preghiera del giovane sognatore irpino, che aveva in testa la visione, per molti ambiziosa, di fare impresa in un posto del mondo piccolo e lontano dai grandi centri. «La mia vita è sempre stata caratterizzata da un forte sentimento religioso, la fede è stata una parte fondamentale dell’educazione che ho ricevuto dalla mia famiglia», dice Pagnotta. «Credo molto nella divina provvidenza, e non potrebbe essere altrimenti per chi come me lavora la terra e, nonostante l’evoluzione del lavoro nei campi, deve sempre sperare in una mano dal cielo per la buona riuscita dei raccolti. Posso affermare che molto del successo del mio progetto imprenditoriale lo devo al Signore. Quando ho deciso di produrre birra a Monteverde, tutto e tutti erano contro di me».

Pagnotta torna con la mente all’inizio della sua avventura. «Famiglia e collaboratori erano perplessi per le condizioni poco favorevoli in cui mi trovavo a operare e in cui volevo creare la mia azienda. Riuscire a fare impresa a Monteverde è un vero e proprio miracolo, perché si tratta di un piccolissimo paese dell’Irpinia più interna, lontano dai grandi centri, con una viabilità improponibile e privo di una reale tradizione nel settore della produzione di birra. Contro il parere di tutti ho scelto di lanciarmi in questa affascinante avventura affidando il buon risultato della mia opera alla divina provvidenza, che ha risposto benevola al mio atto di fiducia. Nel 2010 è nata così la birra Serro Croce», spiega Vito Pagnotta.

L’azienda di Vito ha sfiorato nell’ultimo anno una produzione di circa trentamila bottiglie e con richieste sempre più pressanti dal mercato italiano ed europeo, principalmente Germania, Francia e Irlanda, registrando un trend di crescita pari al 40%. Tra non molto sarà aperto anche un canale di esportazione con gli Stati Uniti. Una birra particolare, per così dire “divina”, apprezzata nei migliori ristoranti e utilizzata per le principali degustazioni, che racchiude nel suo stesso marchio il segno dell’affidamento a Dio e della fede di Vito e costituisce una sorta di manifesto etico dell’azienda, che con quella croce candida inserita nel logo ha scelto di operare nel rispetto dei dieci comandamenti.

«La mia birra è per credenti e non credenti», spiega sorridendo, «ma la croce sul marchio, che prende il nome dalla parte più alta di Monteverde, Serro Croce appunto, dominata da un grande crocifisso, è un voler ringraziare esplicitamente Dio. La mia azienda, dal rapporto con i dipendenti a quello con i fornitori, opera rispettando la legalità: ho scelto di agire secondo i comandamenti del Signore».

 

Testo di Flavia Squarcio

 

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