Credere n.18 - 04/08/2013
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Gli Anania
Siamo una normale super famiglia
Aurelio e Rita Anania, sposati dal 1993, hanno 16 figli. «È un’esperienza meravigliosa e l’aiuto di Dio non è mai mancato»
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TUTTI INSIEME AL MARE - Gli Anania durante l’anno abitano a Catanzaro, in un appartamento di 110 metri quadrati concesso dal Comune. Ora stanno trascorrendo un periodo di ferie con i loro 16 figli, che hanno dagli zero ai diciotto anni (foto Daniele Riefolo/Creative Movie)
Marta, Priscilla, Luca, Maria, Giacomo, Lucia, Felicita, Giuditta, Elia, Beatrice, Benedetto, Giovanni, Salvatore, Bruno, Domitilla e Paola, sono il più grande dono di Dio ricevuto da Rita Procopio e Aurelio Anania. Una famiglia “straordinariamente normale†di Catanzaro, con sedici figli, nati da una storia d’amore, dedizione, fiducia, coraggio e soprattutto grande fede.
«I figli sono un dono di Dio, lo diremo fino all’ultimo respiro», dicono i coniugi Anania. «Una famiglia numerosa come la nostra è un’opera del Signore. È frutto anche di un’esperienza e di un cammino di fede che il Signore ci ha fatto conoscere quando eravamo ancora adolescenti». Rita e Aurelio fanno parte della comunità neocatecumenale della parrocchia di Santa Maria di Zarapoti, nel capoluogo calabro. Con loro, anche i cinque figli più grandi hanno intrapreso questo stesso cammino.
Ora tutti insieme stanno trascorrendo le ferie a Copanello, in provincia di Catanzaro. Il 29 giugno, giorno di san Pietro e Paolo, un altro fiocco rosa: il Signore ha consegnato nelle braccia di mamma e papà un altro pargoletto, Paola. Ogni mattina la piccola spiaggia di Copanello, all’arrivo della famiglia Anania, si riempie. C’è chi si dedica a costruire i castelli di sabbia, chi nuota, chi raccoglie sul bagnasciuga pietre colorate, chi fa merenda sotto l’ombrellone, poco distante dal lido dei carabinieri, che sorvegliano su di loro durante il servizio di bagnino. Â
Aurelio e Rita si sono sposati l’8 dicembre 1993, giorno in cui hanno detto sì alla volontà di Dio, dopo otto anni di fidanzamento in cui hanno custodito la loro verginità . È stato un sì non legato al numero dei figli ma all’appoggiarsi a Gesù Cristo. Oggi c’è grande felicità in casa Anania; a dicembre festeggeranno vent’anni di matrimonio. Da veri sposi cristiani, l’amore, la fedeltà e la dedizione di Maria e Giuseppe li esortano a dedicarsi alla crescita e all’educazione dei loro figli affinché crescano come «uomini responsabili e cittadini onesti».
Rita a 42 anni è già mamma di 16 figli e, fino alla nascita di Luca, il terzo figlio, ha lavorato presso gli uffici amministrativi del Policlinico Mater Domini della città , ma alla quarta gravidanza ha scelto di dedicarsi completamente alla famiglia. Aurelio, 46 anni, dopo diversi anni di precariato, dal 2001 lavora all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
«Vivere in una famiglia numerosa è un’esperienza meravigliosa, l’aprirsi alla vita è un passo che possono fare tutti. Nella straordinarietà dell’evento, siamo una famiglia normale». Un punto di forza della gestione familiare è l’organizzazione. I bambini sono autonomi, non chiedono cose superflue e per loro non avere un capo d’abbigliamento firmato non costituisce una frustrazione. Non è la griffe che li rende felici.
Questa testimonianza di vita, nonostante le paure, è sorretta dalla fede: «Il Signore ci sostiene nella precarietà , non ci ha mai abbandonato. Anche le vacanze che stiamo vivendo – racconta Aurelio – non erano programmate, ma la Provvidenza ha dato la possibilità di vivere un momento di riposo a tutta la famiglia». Il Signore continua a sorprendere la famiglia Anania tutte le domeniche, quando tornati dalla Messa si riservano un momento intimo di preghiera recitando le lodi tutti insieme. E dopo la benedizione, sulla lunga tavola, un buon pranzo preparato con cura da mamma Rita.
Come in tutte le famiglie anche per loro ci sono stati momenti difficili da superare, tante le prove da affrontare, alcune legate alla malattia. L’11 settembre del 2003, per Aurelio un banale intervento di appendicite si è trasformato in un problema serio a causa di un’emorragia interna. In quel momento Rita, già con otto figli, si è sentita abbandonata da Dio. Ma da questa esperienza di dolore, Dio ha sorretto Rita con la forza del suo amore. «Aurelio è vivo per miracolo – dice oggi Rita – come anche Salvatore, a cui alla nascita fu diagnosticata una leucemia neonatale, ma dopo poco tempo tutto è svanito. Un altro miracolo di Dio».
Per una famiglia, piccola o grande che sia, in questo tempo di crisi non è assolutamente facile far fronte alle tante spese quotidiane. Ancor di più per un nucleo familiare composto da 18 persone. Vivono in un appartamento di 110 metri quadrati concesso dal Comune. Le spese sono tante, ma non si disperano perché l’aiuto di Dio è costante. A dare una mano agli Anania c’è qualche fratello di comunità , ma il sostegno principale arriva dal Signore: «I soldi servono per vivere ma non danno la vita». La Provvidenza si presenta sul loro cammino nella quotidianità . Come quel giorno in cui la famiglia rimase con solo cinquemila lire, gli unici spiccioli utili per comprare in farmacia il latte artificiale per poter sfamare Maria. Rita era in attesa del quinto figlio e Aurelio era reduce da una supplenza a scuola, dopodiché per ritornare al lavoro avrebbe dovuto aspettare. In tasca, a parte quelle cinquemila lire, non aveva più nulla. Aurelio si recò in farmacia per acquistare il latte, consapevole che il giorno dopo non avrebbe più avuto soldi per comprarne ancora. Prima di entrare incontrò un vecchio amico che gli disse che avrebbe voluto disfarsi di un po’ di latte. Erano 48 bottiglie. Il latte terminò il giorno in cui Aurelio ricevette lo stipendio della sua prima supplenza.
Aurelio e Rita vivono in una armonia particolare questo periodo di ferie. Dopo il mare si trasferiranno in montagna per trascorrere altri dieci giorni di riposo grazie all’ospitalità del rettore del Santuario della Madonna delle Grazie di Torre di Ruggiero, nel cuore delle serre calabresi.
Il sogno di Aurelio e Rita per la famiglia? Il paradiso!  Â
Testo di Debora Ruffolo