N. 19 2015 10 maggio 2015
Sommario 19 - 2015

Credere n. 19 - 10/05/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

Grazie a tutte le mamme, testimoni dell’amore

Cari amici lettori, domenica 10 maggio si ricordano, in diversi Paesi del mondo, le nostre mamme. Non è una festa religiosa…

La storia di copertina | Costanza Miriano

«Se essere mamme fosse una pratica agonistica... La messa sarebbe doping»

Madre di 4 figli, la giornalista e scrittrice racconta come “sopravvive” ai tanti impegni quotidiani: «Vado a Messa: lì prego,…

La storia

Il piccolo profugo nato in mare trova casa

La mamma l’ha partorito a bordo della nave Orione dopo che la Marina militare li aveva salvati dalle onde del Mediterraneo.…

La Santa | Suor Maria Cristiana Brando

Pasqualino, il miracolo più bello

I medici avevano detto che Maria Angela non poteva avere figli. Ma per intercessione della fondatrice delle suore Vittime…

Per una lettura completa...

La Santa | Suor Maria Cristiana Brando

Pasqualino, il miracolo più bello

I medici avevano detto che Maria Angela non poteva avere figli. Ma per intercessione della fondatrice delle suore Vittime espiatrici di Gesù Sacramentato, è diventata mamma.

 

In foto:Rosaria Longoni con gli adolescenti dell'associazione Cometa di Como

 

«Ho detto no alla fecondazione artificiale. E sono rimasta incinta in modo naturale». Pasqualino è il figlio del miracolo. Questo bimbo biondo di 10 anni non sarebbe mai dovuto nascere. Almeno secondo la scienza. La mamma, Maria Angela Di Mauro, è affetta da una disfunzione delle tube che impedisce all’ovulo fecondato di impiantarsi nell’utero: non avrebbe mai potuto portare a termine una gravidanza. «Non posso, in realtà, ancora oggi», precisa la donna, che vive ad Amorosi, in provincia di Benevento. «Per questo è stato riconosciuto il miracolo. Che ho chiesto a Dio, per intercessione di suor Maria Cristina Brando». E se adesso Pasqualino ride e gioca con i suoi coetanei, il merito è anche di quel «no» detto con convinzione da una donna che scelse di accettare la volontà di Dio: «Fu difficile, per me e mio marito. Ma capimmo che la provetta non poteva essere la soluzione. Che ne sarebbe stato degli embrioni creati e che non sarebbero stati impiantati? Anche loro erano figli: non avremmo potuto eliminarli. Così decisi di affidarmi al Signore e pregai suor Maria Cristina perché intercedesse per me». La fondatrice delle suore Vittime espiatrici di Gesù Sacramentato l’ha esaudita: per questo, sarà canonizzata il prossimo 17 maggio. Diventerà santa, e Pasqualino sarà in prima fila alla celebrazione in piazza San Pietro.

Per chi conosce le sue opere, del resto, suor Maria Cristina dell’Immacolata (il nome scelto da Adelaide Brando, quando entrò in convento) ha da sempre fama di santità: nata a Napoli il 1° maggio 1856 in una famiglia benestante, già nei suoi primi anni di vita manifestò la strada che avrebbe percorso; per motivi di salute, fu costretta però per ben due volte a uscire dal monastero delle Fiorentine, dove si era rivolta, e alla fine fu accolta dalle Adoratrici. Nel 1876 vestì l’abito religioso, ma poco dopo dovette di nuovo allontanarsi per proseguire le cure. Non si discostò, però, dal suo proposito, per il quale fin da piccola aveva lottato. Aveva appena tre anni, quando stupì tutti dicendo: «Voglio diventare santa!».

Fu nel 1878 che avvenne la svolta: fondò la Congregazione delle Vittime espiatrici di Gesù Sacramentato a Casoria, in provincia di Napoli, dove ancora oggi si trova la casa madre. Lì, Maria Cristina aveva fatto costruire la sua “grotticella” vicino alla chiesa, per essere sempre accanto al tabernacolo e per tenere “compagnia” in ogni istante a Gesù Eucaristia. Ancora oggi, l’adorazione perpetua caratterizza la giornata delle Vittime espiatrici: «Da qui si sprigiona l’energia divina che anima il progetto di vita della congregazione: educare con Dio nel cuore», spiega infatti l’attuale madre generale, suor Carla Di Meo. Perché se, come diceva madre Brando, l’amore di Dio e quello del prossimo sono due rami che partono dal medesimo tronco, allora la volontà di offrirsi al Signore non poteva che concretizzarsi in opere di educazione e formazione: conservatori femminili, educandati, orfanotrofi e scuole. «Bisogna che le piantine vengano curate fin da piccole», ripeteva la madre.

Ai bambini e alle loro mamme, suor Maria Cristina rivolse sempre un’attenzione particolare (anche il miracolo che la portò alla beatificazione nel 2003 riguardò una mamma filippina). E chi la conobbe scrisse che, in tutta la sua vita, amò le giovani che si erano poste alla sua sequela di una «carità così squisita, che neppure una madre naturale può trattare i propri figli». Dimostrando coraggio e preveggenza. Ammette suor Carla: «La sfida educativa che i vescovi italiani hanno intrapreso con il progetto culturale era, a ben vedere, già nella missione di suor Brando. Che non esitò ad affrontare, con risposte sagge e concrete, le provocazioni offerte dalla sua epoca. Per questo, oggi il carisma di madre Brando, e da lei fedelmente trasmesso alle sue Figlie, è di grande attualità. In un mondo che cambia, esso segna la duplice direzione da tenere: muovere verso il roveto ardente dell’Eucaristia e scendere nelle contraddizioni della storia. È così che l’adorazione e la riparazione continuano, perché l’uomo del non-amore si educhi al Dio-Amore».

Come è stato per Maria Angela: «Io e mio marito volevamo con tutte le nostre forze un figlio. Però, dopo aver rischiato di morire con due gravidanze extrauterine, i medici mi spiegarono che non c’erano alternative alla provetta. Fui tentata di accettare, ma poi capii che tutto ciò che ci ha dato dal Signore è per il nostro bene e che ogni forma di accanimento è sbagliata: da ogni croce può nascere un fiore, pur nella sofferenza». È stato questo il miracolo vero: aver accettato la volontà di Dio. Come suor Maria Cristina. Che seduta, giorno e notte, davanti al tabernacolo, aveva trovato sulla terra il suo paradiso.

GRAZIE A QUESTO PRODIGIO, SUOR MARIA CRISTINA BRANDO SARÀ PROCLAMATA SANTA IL PROSSIMO 17 MAGGIO IN PIAZZA SAN PIETRO

Testo di Agnese Pellegrini

Archivio

Vai