Credere n. 21 - 24/05/2015
SPIRITO SANTO, RENDICI TESTIMONI
Schema per la Veglia di preghiera in comunione con i martiri contemporanei. (scarica la versione .pdf)
Lo Spirito Santo, Dio presente in noi
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Il fotografo “vaticano”, ex bambino di strada
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Come si usa un Sacro Monte
Ite, missa est | Emanuele Fant
Come si usa un Sacro Monte
Illustrazione di Emanuele Fucecchi
Vado al Sacro Monte con famiglia e l’amico Matteo. Diciamo: «Perché non preghiamo, mentre saliamo?», come fosse un’opzione. Ci superano i campioni di trekking domenicale. Non rilanciamo: le Avemaria ci costringono a un ritmo non competitivo, se vogliamo raggiungere la cappella successiva non prima di annunciare il Mistero. Prendiamo tempo respirando, guardandoci in giro. Stiamo calpestando un Rosario che si può frequentare, ma qui tutti sembrano avere gettato le istruzioni per sbaglio con la confezione. Voci alte, discorsi che si potevano rimandare, sudore che non rende migliori.
Le figure di legno insistono a proporre le medesime sacre rappresentazioni, con le espressioni esagerate e i costumi né attuali, né dell’epoca del Signore, semplicemente fuori tema. Nessuno possiede uno scopino sufficiente a superare le grate, per raggiungere le statue: la polvere imprigiona i gesti teatrali, eppure non soffoca le scene.
Dal lago increspato sullo sfondo, pesco una riflessione: i luoghi sono quanto di più limitato si possa immaginare, la geografia è fatta di strade condannate a terminare, di panorami interrotti bruscamente dalla loro stessa fine, di mattoni in numero corrispondente alle stime del capocantiere.
Eppure i nostri avi osavano pregare pure con le costruzioni: gli ospedali con la pianta a croce latina, per dire a chi vi soffriva di consolarsi col pensiero che diventiamo una santa piaga sul corpo del Signore. I Crocifissi in montagna, su ogni cima, a ribadire a chi appartiene il punto di contatto del suolo con il cielo. E il Sacro Monte, con le sue statue approssimative e il loro impegno plurisecolare a dare un corpo a Misteri che, come dice il loro nome, non è sempre immediato contemplare. Giorno e notte, viste o meno, a sostegno dell’immaginazione di chi vuole prendere alla lettera l’invito a fare seriamente un “cammino di preghiera”. Mi sembra, la loro, una ostinazione da premiare. Propongo una spolveratina.