N. 21 2015 24 maggio 2015
Sommario 21 - 2015

Credere n. 21 - 24/05/2015

Cristiani perseguitati | Veglia di preghiera per il 23 maggio

SPIRITO SANTO, RENDICI TESTIMONI

Schema per la Veglia di preghiera in comunione con i martiri contemporanei. (scarica la versione .pdf)

Insieme di don Antonio Rizzolo

Lo Spirito Santo, Dio presente in noi

Cari amici lettori, la domenica di Pentecoste ci ricorda le origini della Chiesa con il dono dello Spirito Santo. Molti hanno…

La storia di copertina | Susanna Tamaro

«Perdonando i miei genitori ho trovato la serenità»

A tu per tu con la scrittrice, dalla solitudine dell’infanzia alla consapevolezza che il cristianesimo è «il massimo godimento»:…

Il personaggio | Marcello Cirillo

«Vi presento don Bosco, santo scaccia solitudine»

Marcello Cirillo interpreta il prete fondatore dei Salesiani nel musical a lui dedicato. «Oggi manca una figura come la sua,…

La testimonianza | Mario Macilau

Il fotografo “vaticano”, ex bambino di strada

Dal Mozambico alla Laguna, Mario Macilau è il più giovane dei tre artisti che rappresentano la Santa Sede alla Biennale di…

Ite, missa est | Emanuele Fant

Come si usa un Sacro Monte

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Ite, missa est | Emanuele Fant

Come si usa un Sacro Monte

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Vado al Sacro Monte con famiglia e l’amico Matteo. Diciamo: «Perché non preghiamo, mentre saliamo?», come fosse un’opzione. Ci superano i campioni di trekking domenicale. Non rilanciamo: le Avemaria ci costringono a un ritmo non competitivo, se vogliamo raggiungere la cappella successiva non prima di annunciare il Mistero. Prendiamo tempo respirando, guardandoci in giro. Stiamo calpestando un Rosario che si può frequentare, ma qui tutti sembrano avere gettato le istruzioni per sbaglio con la confezione. Voci alte, discorsi che si potevano rimandare, sudore che non rende migliori.

Le figure di legno insistono a proporre le medesime sacre rappresentazioni, con le espressioni esagerate e i costumi né attuali, né dell’epoca del Signore, semplicemente fuori tema. Nessuno possiede uno scopino sufficiente a superare le grate, per raggiungere le statue: la polvere imprigiona i gesti teatrali, eppure non soffoca le scene.

Dal lago increspato sullo sfondo, pesco una riflessione: i luoghi sono quanto di più limitato si possa immaginare, la geografia è fatta di strade condannate a terminare, di panorami interrotti bruscamente dalla loro stessa fine, di mattoni in numero corrispondente alle stime del capocantiere.

Eppure i nostri avi osavano pregare pure con le costruzioni: gli ospedali con la pianta a croce latina, per dire a chi vi soffriva di consolarsi col pensiero che diventiamo una santa piaga sul corpo del Signore. I Crocifissi in montagna, su ogni cima, a ribadire a chi appartiene il punto di contatto del suolo con il cielo. E il Sacro Monte, con le sue statue approssimative e il loro impegno plurisecolare a dare un corpo a Misteri che, come dice il loro nome, non è sempre immediato contemplare. Giorno e notte, viste o meno, a sostegno dell’immaginazione di chi vuole prendere alla lettera l’invito a fare seriamente un “cammino di preghiera”. Mi sembra, la loro, una ostinazione da premiare. Propongo una spolveratina.

 

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