Credere n. 22 - 31/05/2015
Portiamo a tutti l’amore di Dio uno e Trino
Cari amici lettori, questa domenica celebriamo la Santissima Trinità. Il mistero di Dio uno e trino può dare l’idea di un…
Amare il prossimo non è fare l’elemosina
«È accogliere in prima persona, perdonare e non giudicare», dice il sacerdote che si spende fra carcere e periferie.
Suono perché c’è bisogno d’amore
«Quando scrivo le mie note su un pentagramma non penso mai all’immediato», racconta il pianista e compositore, «cerco sempre…
Il prete che predica con la chitarra
Don Stefano Colombo è un apprezzato autore di musica cristiana: «A volte bastano due parole e cinque note per comunicare…
Un sacerdote in trincea
Insieme di don Antonio Rizzolo
Portiamo a tutti l’amore di Dio uno e Trino
Cari amici lettori, questa domenica celebriamo la Santissima Trinità. Il mistero di Dio uno e trino può dare l’idea di un enigma teologico-matematico, ma in realtà Dio si è rivelato uno solo in tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo, per farci capire che è una comunione d’amore ed è questo suo essere amore, misericordia, che noi dobbiamo riconoscere, accogliere e annunciare. Su Credere abbiamo presentato tanti testimoni dell’amore di Dio.
Questa settimana vi proponiamo don Gino Rigoldi, sacerdote che si spende per gli ultimi, soprattutto per chi sta nelle carceri. Portare l’amore di Dio al prossimo, dice don Gino, «è accogliere in prima persona, perdonare e non giudicare». Don Gino, insieme a don Luigi Ciotti e a donVirginio Colmegna, già protagonisti sulle pagine della rivista, è ospite venerdì 29 maggio al Festival biblico di Vicenza. Insieme propongono una “lezione dalle periferie”, lì dove ciascuno di noi è chiamato ad annunciare il Vangelo, la buona notizia dell’amore di Dio.
Tutti noi cristiani siamo missionari, testimoni di Cristo in ogni ambiente di vita. E possiamo esserlo se lasciamo agire in noi lo Spirito Santo, l’amore che unisce il Padre e il Figlio. Non è un caso che proprio nel giorno di Pentecoste, festa dello Spirito Santo, il Papa abbia presentato il messaggio per la prossima Giornata missionaria mondiale, che si celebrerà il 18 ottobre. Francesco ha messo in rilievo il ruolo speciale che hanno i consacrati, religiosi e religiose, nella missione. Stiamo vivendo infatti l’anno dedicato alla vita consacrata. Francesco ha colto l’occasione per ribadire come nella Chiesa «tutti sono chiamati ad annunciare il Vangelo con la testimonianza della vita», anche se «in modo speciale ai consacrati è chiesto di ascoltare la voce dello Spirito che li chiama ad andare verso le grandi periferie della missione, tra le genti a cui non è ancora arrivato il Vangelo».
La missione ha un centro, spiega il Papa nel suo messaggio: Gesù Cristo. E un’esigenza: il dono totale di sé nell’annuncio del Vangelo. Il fine ultimo è «mettere tutti, nessuno escluso, in rapporto personale con Cristo». Il Vangelo che annunciamo, infatti, «è sorgente di gioia, di liberazione e di salvezza per ogni uomo». Cari amici, per vivere bene la festa della Trinità, accogliamo anche noi il dono dell’amore di Dio, il suo perdono, lasciamolo trasparire dalla nostra vita, insieme alla gioia di essere cristiani. Per essere davvero missionari, annunciatori del Vangelo. Se poi qualcuno si sente chiamato a consacrare tutta la sua vita alla missione, non lasci cadere questa voce che viene dallo Spirito. ?