Credere n. 23 - 08/06/2014
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Costanza Miriano: il quotidiano, così faticoso e così divino
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INSIEME di don Antonio Rizzolo
Mondiali di calcio 2014, un invito alla responsabilitÃ
Cari amici lettori, nei prossimi giorni il calcio sarà al centro dell’attenzione, benché lo sia quasi tutto l’anno. Iniziano infatti in Brasile i Campionati mondiali. Anche se il nostro cuore tifa Italia, l’augurio è che si tratti di una bella festa sportiva, che porti gioia o almeno un po’ di distensione a tutti. Sappiamo bene comunque che dietro la facciata si nascondono tanti problemi, sia nel Paese che ospita la competizione, sia nello stesso mondo del calcio a causa dei forti interessi economici. Il nostro settimanale ha pensato di far riferimento a questo grande evento intervistando l’allenatore della Nazionale italiana, Cesare Prandelli. Come potrete leggere nell’intervista, è una persona umile, buona, con i piedi per terra. È anche un uomo di fede, che prega e partecipa alla liturgia. E cerca di vivere questa sua fede, pur con tutti i limiti umani, con responsabilità , anche come commissario tecnico. E a proposito di responsabilità , mi vengono in mente le parole rivolte da papa Francesco a una delegazione di calciatori e dirigenti il 2 maggio: «Il calcio in Italia, come in Argentina e in altri Paesi, è un fatto sociale e richiede una responsabilità sociale, da parte dei calciatori, sul campo e fuori dal campo, e da parte dei dirigenti nazionali e locali».
Che cosa significa responsabilità sociale? Francesco si è rivolto in particolare ai giocatori: «Siete al centro dell’attenzione, e tanti vostri ammiratori sono giovani e giovanissimi; tenete conto di questo, pensate che il vostro modo di comportarvi ha una risonanza, in bene e in male. Siate sempre veri sportivi!». Ma le parole di Francesco valgono anche per noi. Mi spiego con una citazione dal romanzo I fratelli Karamazov. «L’amore e l’umiltà », afferma uno dei personaggi, un monaco, «costituiscono una forza formidabile... Sorvégliati ogni giorno, ogni ora, ogni minuto affinché il tuo aspetto sia piacevole. Ecco, sei passato accanto a un bambino: eri irritato, hai detto una brutta parola con l’animo pieno di collera; tu magari non l’hai neppure notato, quel bambino, ma lui ti ha visto, e la tua immagine brutta e irosa è rimasta impressa nel suo cuore indifeso. Tu non te ne rendi conto, ma forse hai gettato in lui un seme maligno… e tutto perché non sei stato attento, perché non hai coltivato in te l’amore vigile e attivo».
Auguriamoci che i Mondiali in Brasile siano una festa sportiva, che portino serenità . E preghiamo per tutti coloro che vi sono coinvolti: organizzatori, dirigenti, calciatori, tifosi. Perché ciascuno sia veramente responsabile. Anche noi, coltivando sempre quell’amore vigile e attivo che porta solo frutti di bene.