N. 23 - 2015 7 giugno 2015
Sommario 23 - 2015

Credere n. 23 - 07/06/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

La Sindone e il grande dono dell’Eucaristia

Cari amici lettori, la solennità del Corpo e Sangue di Cristo che celebriamo questa domenica ci invita a riflettere sul grande…

La storia di copertina | Renato Kizito Sesana

«Il cibo non è buono se non è di tutti»

In occasione dell’Expo dedicato alla nutrizione padre Renato Kizito Sesana, che in Africa si confronta tutti i giorni con…

Il testimone | Arnoldo Mosca Mondadori

«L’Eucaristia è un anticipo di paradiso»

A dirlo non è un “santo” ma un “normale” quarantenne milanese, felicemente sposato, padre di tre bambini: «Dio parla nel…

Il personaggio | Carlo Pastori

Racconto un don Bosco che vi farà ridere

L’ex cabarettista di Zelig Carlo Pastori gira l’Italia in compagnia della sua fisarmonica con uno spettacolo dedicato al…

Ite, missa est | Emanuele Fant

La forza della preghiera

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Ite, missa est | Emanuele Fant

La forza della preghiera

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Non è un film catastrofico, ma cronaca dell’altro ieri: settembre 2013. I protagonisti sono reali. Il presidente americano, segnato dalla tensione, annuncia al mondo che ormai è inevitabile intervenire.

L’orgoglioso leader della nazione rivale (la Siria) ribatte che non è un problema, che sono pronti a portarsi dietro l’intera coalizione, nei buchi senza uscita delle granate già affacciate agli oblò degli aeroplani. L’universo privo di confini attende un nuovo solletico nel suo pianeta centrale: la Terza guerra mondiale. L’essere umano trova che l’autodistruzione sia un’idea intelligente per farsi finalmente notare dai genitori. Il Padre non è convinto che siano tanto cattivi: Lui li ha visti bambini, e anche prima. La Madre suggerisce una soluzione.

Sopra le armi reali, oltre la diplomazia, più in alto pure delle parole distensive, qualcuno rispolvera lo schema tattico fuori moda detto “digiuno e preghiera”: il Papa invita i conventi, le corsie degli ospedali, le sale parrocchiali a fare un coro silenzioso per inumidire le ceneri delle rispettive provocazioni. Nei giorni successivi i quotidiani raccontano con stupore della improvvisa virata del capo di Stato aspirante dittatore, del ritiro dei contingenti da parte dei muscolosi americani, della sensazionale conclusione pacifica dopo l’irresistibile climax.

Nemmeno un giornale collega i fatti con il loro motore, quello che è accaduto davvero, a qualche metro dal suolo: una nutrita delegazione, per conto dell’umanità intera, ha forzato il cielo, ottenendo ancora fiducia in cambio di pane, acqua e alcune ore di veglia insieme. Perché proprio oggi mi torna in mente la Siria? Non ricorre nessun anniversario. C’entra quel telegiornale che ho visto, con le forze del male che conquistano posizioni, issando bandiere che non provano nemmeno a dissimulare la propria essenza negativa con i colori. C’entra la mia paura, finché non capisco una volta per tutte cosa può la preghiera.

 

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