Credere n. 25 - 22/06/2014
San Pietro e san Paolo, le due colonne della Chiesa
Cari amici lettori, tra circa una settimana, il 29 giugno, celebriamo la solennità dei santi Pietro e Paolo.
Quella volta che feci ridere un santo
In esclusiva a Credere, Lorella Cuccarini racconta il suo incontro con san Giovanni Paolo II. E rivela la bellezza e la difficoltà …
«Vengo a chiedere scusa»
Il 21 giugno in Calabria tra carcerati, ammalati, poveri ed emarginati. E per sostenere la lotta alle mafie...
Il vescovo con lo zaino in spalla
Monsignor Paolo Giulietti, appena nominato vescovo ausiliare di Perugia, è un appassionato camminatore lungo i percorsi…
Capitano Ultimo tiene famiglia
È il colonnello dei Carabinieri che, nel 1993, arrestò Riina. Oggi ha fondato una casa famiglia per minori a rischio e…
Costanza Miriano - Cristiani iperattivi? No, grazie
La cosa più faticosa di uscire per me è preparare la borsa. Anzi, sono stata troppo ottimista. Le borse.
Papa Francesco in visita a Cassano allo Ionio
«Vengo a chiedere scusa»
Il 21 giugno in Calabria tra carcerati, ammalati, poveri ed emarginati. E per sostenere la lotta alle mafie...
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Papa Francesco (foto Alessandro Bianchi / Reuters).
Il Papa si reca in visita a Cassano allo Ionio «per chiedere scusa». Ma cosa avrà mai combinato Francesco per dover addirittura compiere un viaggio per farsi perdonare? Lo ha spiegato egli stesso: deve chiedere scusa ai fedeli della piccola diocesi calabrese di aver loro “rubato†il vescovo Nunzio Galantino, recentemente nominato segretario generale della Conferenza episcopale italiana. Per la verità una sottrazione solo parziale, visto che Galantino ha espressamente domandato al Papa di poter continuare anche la missione di pastore in diocesi, dividendo il suo tempo tra Roma e Cassano.
Da parte sua, il vescovo ha chiesto che anche la diocesi si impegni a «chiedere scusa». Ai poveri «per averli lasciati soli e senza voce»; ai giovani «quando ci siamo accontentati di dire che essi “sono il futuro della società â€, ma ne abbiamo ignorato i bisogni reali e non abbiamo fatto niente per sostenere i loro sogni» e «al nostro territorio, spesso ridotto a luogo solo da sfruttare e da sfregiare, facendoci beffe di ogni forma di legalità ».
Dopo i migranti di Lampedusa, i lavoratori della Sardegna e la terra del poverello ad Assisi, per il quarto viaggio in Italia Francesco ha scelto il Sud dimenticato, impoverito e piagato dalla criminalità organizzata.
Testo di Paolo Rappellino