N. 25 - 2014 22 giugno 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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Cari amici lettori, tra circa una settimana, il 29 giugno, celebriamo la solennità dei santi Pietro e Paolo.

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

San Pietro e san Paolo, le due colonne della Chiesa

Cari amici lettori, tra circa una settimana, il 29 giugno, celebriamo la solennità dei santi Pietro e Paolo. In questo numero vi presentiamo, nella serie degli Itinerari della fede, l’isola di Malta, che conserva molti ricordi dell’apostolo Paolo, che vi fece naufragio durante il suo quarto viaggio, mentre veniva condotto come prigioniero a Roma. La vicenda è raccontata negli Atti degli apostoli, un libro del Nuovo Testamento che vi consiglio di leggere almeno una volta da cima a fondo e tutto di seguito. È, infatti, un testo narrativo, quasi un romanzo, pieno di colpi di scena. Bastano due o tre ore per arrivare alla fine, senza preoccuparsi di comprendere tutto, ma lasciandosi prendere dalle “avventure” di Pietro e Paolo, i due protagonisti principali. È un bel modo per prepararsi alla festa che li vede uniti: sono le due colonne della Chiesa e ne rappresentano la dimensione istituzionale (Pietro è il primo Papa) e quella missionaria e carismatica (Paolo è il primo grande evangelizzatore e colui che più di tutti parla dei doni dello Spirito, i carismi).

A proposito degli Atti degli apostoli, ricordo un episodio dei tempi in cui mi occupavo della Bibbia per la famiglia, uscita a fascicoli su Famiglia Cristiana. L’artista che doveva disegnare la cartina del quarto viaggio di san Paolo aveva qualche dubbio sul percorso della nave. Decidemmo di leggere insieme, ad alta voce, il testo degli Atti. È stata un’esperienza straordinaria: il testo biblico ci apparve vivo e dettagliato nella descrizione dei venti e della tempesta che si abbatte sulla nave in cui si trova Paolo. L’imbarcazione alla fine viene distrutta dalla violenza del mare, ma tutti si salvano e toccano terra sull’isola di Malta.

Come sapete, san Paolo è il patrono della Famiglia religiosa a cui appartengo. Il nostro fondatore, il beato don Giacomo Alberione, addirittura scrisse che egli doveva scomparire dalla memoria, mentre tutti dovevano considerare solo san Paolo «come padre, maestro, esemplare, fondatore». Don Alberione fu colpito dalla figura di san Paolo non solo come grande apostolo. Più ancora perché Paolo era un innamorato di Cristo. Infatti la frase che Alberione cita più spesso è questa, tratta della Lettera ai Galati: «Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (2,19-20). Cari amici, chiediamo all’intercessione di san Paolo di lasciarci toccare anche noi dall’amore di Cristo, per diventare testimoni del Vangelo in ogni momento della nostra vita.

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