N. 25 - 2014 22 giugno 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

San Pietro e san Paolo, le due colonne della Chiesa

Cari amici lettori, tra circa una settimana, il 29 giugno, celebriamo la solennità dei santi Pietro e Paolo.

Lorella Cuccarini

Quella volta che feci ridere un santo

In esclusiva a Credere, Lorella Cuccarini racconta il suo incontro con san Giovanni Paolo II. E rivela la bellezza e la difficoltà…

Papa Francesco in visita a Cassano allo Ionio

«Vengo a chiedere scusa»

Il 21 giugno in Calabria tra carcerati, ammalati, poveri ed emarginati. E per sostenere la lotta alle mafie...

Pellegrinaggi in Umbria

Il vescovo con lo zaino in spalla

Monsignor Paolo Giulietti, appena nominato vescovo ausiliare di Perugia, è un appassionato camminatore lungo i percorsi…

Sergio de Caprio

Capitano Ultimo tiene famiglia

È il colonnello dei Carabinieri che, nel 1993, arrestò Riina. Oggi ha fondato una casa famiglia per minori a rischio e…

Ite, Missa est

Costanza Miriano - Cristiani iperattivi? No, grazie

La cosa più faticosa di uscire per me è preparare la borsa. Anzi, sono stata troppo ottimista. Le borse.

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Ite, Missa est

Costanza Miriano - Cristiani iperattivi? No, grazie

Illustrazione di Franco Bellardi

Illustrazione di Franco Bellardi

La cosa più faticosa di uscire per me è pCostanza Mirianoreparare la borsa. Anzi, sono stata troppo ottimista. Le borse. Perché mi è sempre più difficile uscire con un solo bagaglio. Il punto è, oltre alla sindrome di Miss Punti Perfetti – che prevede la necessità di avere con me sempre l’occorrente per emergenze estetico-alimentar-spirituali di vario genere (non vorrai mica rimanere fino a sera con lo smalto sbeccato?) – anche la sindrome delirio di onnipotenza: una moglie-mamma-figlia-amica vorrebbe sempre poter provvedere alle esigenze di tutti.

È un problema che credo di condividere con molte donne. Noi tutte vorremmo continuamente correre in soccorso, affannarci, provvedere. Il problema è che a volte prendiamo un po’ troppo sul serio la cosa, e ci affanniamo correndo come trottole, sovraccaricandoci, senza alzare la testa, facendo spesso come Marta, che si dimentica di scegliere la parte migliore, come fa invece Maria. E non sempre quello che ci succhia tante energie è poi così necessario.

Per me la difficoltà più grande è scegliere quali sì e quali no dire. Dire no è sempre doloroso. Significa deludere qualcuno, a volte offendere, a volte ferire. Ma è necessario farlo (anche se io non mi rassegno facilmente all’idea). Il pensiero che mi salva è che ogni “no” che si dice è per dire un “sì” più grande e più convinto a qualcos’altro, a qualcun altro. Soprattutto, la cosa decisiva è che noi non salviamo nessuno. È solo Dio che salva. È Gesù che ama ogni persona molto più di noi, e noi possiamo sì fare una carezza, renderci le sue mani, renderci suoi strumenti, ma è lui che fa tutto.

Giorni fa, aprendo un file, per caso mi è caduta sotto gli occhi la risposta che da tempo cercavo. «Chi non dà Dio, dà troppo poco». Lo ha detto Benedetto XVI, e credo sia il migliore antidoto contro l’attivismo e l’affanno di essere utili che a volte ci soffoca. E, per portare Dio, neanche le mie tre borse bastano. A questo punto, ne porterò con me una soltanto…

di Costanza Miriano, giornalista e scrittrice

 

Conosciamo l'autrice...

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