N. 26 - 2014 29 giugno 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

La luce del Vangelo nelle periferie dell’esistenza

Cari amici lettori, per il suo ultimo viaggio apostolico in Italia papa Francesco ha scelto ancora una volta una “periferia”.

Francesco in Calabria

Il Papa scomunica le mafie

Con le parole chiare contro la ’ndrangheta, l’abbraccio a carcerati e malati, l’incoraggiamento ai giovani e ai preti, Francesco…

Milano

Ieri stranieri oggi animatori all’oratorio

Al Grest della parrocchia del Redentore un bambino su tre è straniero e tanti sono gli educatori con genitori che vengono…

Monsignor Marcello Semeraro

Ecco come rilanciare la catechesi

Il presidente della commissione Cei presenta gli Orientamenti per L’annuncio e la catechesi in Italia che dettano le nuove…

Daniele Bossari

«Non conosco tutte le preghiere ma mi basta il rosario»

Il conduttore tv svela la sua fede: «Per me pregare vuol dire accogliermi in un posto isolato e dialogare con Dio».

Per una lettura completa...

Monsignor Marcello Semeraro

Ecco come rilanciare la catechesi

Il presidente della commissione Cei presenta gli Orientamenti per L’annuncio e la catechesi in Italia che dettano le nuove linee per l’evangelizzazione appena approvate della Cei. Priorità alla catechesi degli adulti e alla formazione dei catechisti.

Monsignor Marcello Semeraro. Foto di Stefano Dal Pozzolo/CONTRASTO

Monsignor Marcello Semeraro. Foto di Stefano Dal Pozzolo/CONTRASTO

Ci sono voluti dieci anni di sperimentazione e di confronti per capire come dire oggi il Vangelo di Cristo. Quali strumenti usare, cosa cambiare, come aiutare catechisti, genitori e preti ad accompagnare giovanissimi e adulti nel cammino della fede vissuta. L’ultima assemblea della Cei, nel maggio scorso, ha approvato Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia. A monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano, segretario del C8 (gli otto cardinali che affiancano Francesco nelle riforme) e presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, chiediamo quali sono le novità e le urgenze proposte dagli Orientamenti.

Quali sono la caratteristiche principali del testo?

«Gli Orientamenti fanno un chiaro ed esplicito riferimento all’evangelizzazione in quanto “orizzonte e processo”. Tutto l’agire ecclesiale, difatti, deve essere compreso nell’orizzonte di ciò che costituisce l’identità stessa della Chiesa: l’evangelizzazione, appunto. Al tempo stesso appare evidente che il processo di evangelizzazione ha delle tappe sue proprie, che necessitano di scelte missionarie ed educative appropriate. Fra le principali caratteristiche segnalerei quello che da noi, in Italia, è chiamato primo annuncio, quello cioè che si propone di illuminare il cuore dell’uomo nei passaggi fondamentali e anche critici della vita. In tal senso emerge l’importanza di un atto ecclesiale che faccia sintesi delle esigenze kerigmatica (cioè del “cuore” della fede, ndr) e apologetica (cioè la “difesa” della fede, ndr), perché è annuncio della chiarezza del mistero salvifico, con parresìa; e mostra, al tempo stesso, con il coinvolgimento della propria vita, la Bellezza operata dalla Parola nel cuore di chi l’accoglie».

Quali le novità più importanti?

«Nella stesura del testo ci si è preoccupati di cogliere alcune istanze fondamentali. Fra queste l’assoluta precedenza della catechesi e della formazione cristiana degli adulti, evidenziando al suo interno il coinvolgimento delle famiglie, particolarmente nella catechesi dei piccoli. Un secondo punto mi pare sia la centralità della comunità nel processo di discernimento e progettazione dell’educazione nella fede. È l’intera comunità, con – al suo interno – le diversità dei ministeri che partecipano in modo differenziato alla responsabilità per il Regno, che deve discernere l’agire educativo perché in esso si determina l’autenticità del suo tessuto ecclesiale. Una terza cosa che segnalerei è l’ispirazione catecumenale della catechesi, con attenzione esplicita all’iniziazione cristiana degli adulti, al dono di Grazia operato da Dio, alla scelta di fede, agli itinerari, ai riti, alle celebrazioni e ai passaggi che scandiscono il cammino».

Quali sono le riflessioni sui collegamenti per i giovani dall’iniziazione cristiana a una catechesi ordinaria?

«La priorità della centralità degli adulti si deve necessariamente coordinare con l’attenzione verso i giovani, che nella fase di raccordo tra catechesi per l’iniziazione cristiana e catechesi permanente sono chiamati a divenire responsabili diretti della propria vita di fede, avendo come obiettivo un graduale e sempre maggiore inserimento nella comunità ecclesiale locale, fino a rendersi sempre più parte attiva del popolo di Dio. Da qui una proposta mistagogica ai preadolescenti, agli adolescenti e ai giovani, caratterizzata da una non scontata continuità con la catechesi di iniziazione cristiana, ma anche dalla considerazione della realtà di «nuovi inizi» esistenziali. Importanti saranno, nelle nostre diocesi, spazi e momenti di dialogo e di confronto fra le strutture pastorali a servizio della catechesi e quelle della pastorale giovanile, anche valorizzando i catechismi e promuovendo nuovi sussidi e itinerari».

Cosa si chiede a madrine e padrini?

«A loro gli Orientamenti dedicano specifica attenzione al n. 70 dove si chiede fra l’altro di assumere coraggiosamente la sfida di restituire a queste figure il ruolo che la tradizione della Chiesa le ha consegnato fin dal catecumenato antico. Si dovrà partire da una convinzione di fondo: se pure i genitori debbono essere riconosciuti come i primi educatori della fede dei loro figli, la loro presenza e il loro apporto non esauriscono il compito educativo della comunità. Gli adulti che i ragazzi e i giovani incontrano fuori della più ristretta e intima cerchia familiare sono i preziosi anelli di congiunzione e tratti di unione per la vita nella più ampia comunità della Chiesa e del mondo. Compito di padrini e madrine è collaborare con i genitori e con la famiglia per accompagnare i bambini e i giovani loro affidati. Da qui l’importanza che per tale ruolo non si facciano scelte che lo sviliscano e lo banalizzino».

Le sperimentazioni fatte in questi anni che frutti hanno dato?

«Nell’ultimo decennio sono state promosse e attuate in molte diocesi sperimentazioni, al fine di verificare il rinnovamento dei percorsi di iniziazione cristiana di bambini e ragazzi. I risultati sono stati incoraggianti per alcune scelte, come il maggiore coinvolgimento dei genitori e degli adulti delle comunità, l’ispirazione catecumenale dei percorsi, una rinnovata scansione delle tappe sacramentali, la riscoperta del valore di un primo annuncio pure ai piccoli, fondativo di una catechesi vera e propria».

I capitoli terminano con delle proposte pastorali. Quali sono quelle più interessanti?

«Fra tutte, rimarcherei quelle conclusive sulla formazione. Interessante quella che suggerisce di prevedere in ogni comunità, o anche nelle unità pastorali, vicariati, ecc., delle figure di coordinamento dei catechisti e degli evangelizzatori, che collaborano con il parroco/i parroci in ordine alla progettazione e alla programmazione della catechesi sul territorio e mantengono un rapporto stabile con l’Ufficio catechistico diocesano, che gli Orientamenti valorizzano e sostengono, anche in riferimento all’Ufficio nazionale e ai Centri di coordinamento regionali»

Testo  di  Vittoria Prisciandaro

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