Credere n. 27 - 06/07/2014
Quando il male è compiuto da persone “normali”
Cari amici lettori, il nostro settimanale vi propone tante storie belle, che mostrano la gioia della fede.
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Quando il male è compiuto da persone “normali”
Cari amici lettori, il nostro settimanale vi propone tante storie belle, che mostrano la gioia della fede. Abbiamo tutti bisogno di respirare un po’ d’aria buona rispetto ai tanti fatti negativi che giornali e tv ogni giorno ci sottopongono. Ogni tanto, però, gli episodi di cronaca ci interrogano profondamente. Come spiegare l’orrore di un marito e di un padre che uccide la moglie e i figli piccoli? O come trovare un senso alla violenza attribuita a una persona comune, un padre di famiglia, nel caso della tredicenne Yara?
Per offrirvi una chiave di lettura abbiamo intervistato uno che se ne intende: don Mario De Maio, prete e psicoanalista. Secondo lui ci sono tante persone che soffrono dal punto di vista psichico e, ogni tanto, la violenza repressa esplode. Leggetevi l’articolo che inizia a pagina 52 per saperne di più.
Quello che mi colpisce maggiormente è che si tratta di persone in apparenza normali. Non ho una risposta, ma mi è venuto in mente un bel racconto dello scrittore inglese Chesterton. Il protagonista è padre Brown, prete detective famoso anche in tv. Nel racconto Il segreto di padre Brown, il piccolo prete irlandese rivela che ha risolto tanti casi di assassinio non grazie a qualche facoltà esoterica, ma in modo molto più semplice. «Vedete», spiega al suo interlocutore, «il fatto è che quelle persone le ho uccise io». Ecco il segreto di padre Brown!
«Voglio dire», precisa, «che ho visto davvero me stesso, il me stesso reale, commettere gli omicidi. Non ho ucciso le persone materialmente, ma non è questo il punto. Ho pensato e ripensato a come un uomo possa arrivare a compiere tali azioni, finché ho capito che anch’io ero così, in tutto tranne nel concedermi il permesso dell’atto finale». È una specie di esercizio religioso, afferma, perché permette di comprendere che «nessun uomo è buono, finché non sa quanto possa essere cattivo». Non si ha diritto, perciò, «a parlare di “criminali”, come se fossero scimmie in una foresta lontana diecimila miglia».
Dentro ciascuno di noi c’è il bene e c’è il male, tutti noi siamo segnati dal peccato originale e possiamo nascondere un disagio psichico. Facciamoci aiutare dal Signore, invocandolo nella preghiera, lasciandoci istruire dalla sua Parola, accogliendo la sua grazia mediante i sacramenti. Chiediamogli di saper scegliere sempre il bene, di imparare a sorvegliare noi stessi, i nostri pensieri, le nostre azioni, le nostre parole per coltivare pensieri di misericordia, parole buone che servano a edificare, azioni generose e benevole verso tutti.