Credere n. 3 - 18/01/2015
Testimoniare l’amore che vince l’odio
Cari amici lettori, in questo numero di Credere vi proponiamo come storia di copertina quella di due vescovi italiani che…
Quindici cardinali dalle periferie del mondo
Francesco ha annunciato i nomi dei vescovi che a febbraio verranno creati cardinali. Provengono da tutti i continenti: 5…
L’arcivescovo dei migranti in sella alla vespa
«Amerò ancor più questa terra: lavoro per una Chiesa attenta ai bisogni», spiega “don Franco”. Con la sua nomina il Papa…
Piace ai giovani e ha una passione: la famiglia
Invitato al Sinodo da papa Francesco, ha sempre avuto un’attenzione particolare per i fidanzati e per i ragazzi: «Con loro…
L’abbraccio a Francesco dei poveri di Manila
Il missionario Carlo Bittante è parroco a Tondo, il quartiere più miserabile della capitale delle Filippine. Racconta: «Qui…
Tra me e il mio televisore
Tra i miei amici è sempre più diffusa la scelta eremitica estrema di non possedere un televisore. Siccome trovo vitale la…
Insieme di don Antonio Rizzolo
Testimoniare l’amore che vince l’odio
Cari amici lettori, in questo numero di Credere vi proponiamo come storia di copertina quella di due vescovi italiani che il Papa creerà cardinali nel prossimo concistoro del 14-15 febbraio: Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ed Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo. Francesco li ha scelti perché rappresentano, come emerge nelle rispettive interviste, due volti di quella Chiesa delle periferie di cui egli parla spesso. Ma anche gli altri prossimi cardinali ricordano la stessa caratteristica di apertura universale: emerge infatti una particolare attenzione al Sud del mondo, così come appare chiara l’indicazione della sinodalità e della collegialità, come raccontiamo nel testo introduttivo di pagina 6.
Tutte queste parole – universalità, collegialità, sinodalità – ci ricordano due caratteristiche fondamentali della Chiesa: l’apertura verso tutti i popoli e la comunione che deve unire i discepoli di Cristo. Si tratta in realtà di due aspetti del mandato missionario che Cristo ci ha affidato. «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura», leggiamo nel Vangelo di Marco (16,15). Mentre nel Vangelo di Giovanni Gesù prega «perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (17,21). L’annuncio del Vangelo e l’unità dei cristiani «perché il mondo creda» sono i due aspetti del mandato missionario. Per questo siamo invitati a pregare il Padre per la comunione di tutti i discepoli di Cristo, in particolare in questa settimana che va dal 18 al 25 gennaio, dedicata appunto alla preghiera per l’unità dei cristiani.
Oggi c’è forse bisogno più che mai della nostra testimonianza, in un mondo lacerato da arrivismo, odii, divisioni, sopraffazioni, violenza. Penso in particolare alla tragedia avvenuta in Francia per mano di estremisti islamici, ma anche alla tragica situazione in Nigeria, causata dai terroristi di Boko Haram, con migliaia di vittime e il coinvolgimento anche di bambini. Che cosa possiamo fare noi cristiani? Al di là dei necessari interventi della politica internazionale, a noi spetta il compito di vivere da cristiani, mettendo davvero Cristo al centro della nostra vita e non gli idoli del denaro, del potere e dell’apparire. Manifestando che Dio è un Padre misericordioso, che vuole che gli uomini si amino e si rispettino. Testimoniando che soltanto l’amore vince l’odio.