N. 30 2014 27 luglio 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un rinnovato slancio missionario per tutta la Chiesa

Cari amici lettori, la storia di copertina è dedicata a padre Alex Zanotelli, noto missionario comboniano...

Alex Zanotelli

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Un rinnovato slancio missionario per tutta la Chiesa

Cari amici lettori, la storia di copertina è dedicata a padre Alex Zanotelli, noto missionario comboniano, che da poco ha festeggiato i cinquant’anni di sacerdozio. Le parole che ci ha rilasciato nell’intervista sono profonde e impegnative. Mettono in discussione il nostro modo di vivere la fede. A proposito della crisi delle vocazioni, ad esempio, dice che «si spiega con la sbornia del consumismo; occorre tornare a far misurare i giovani con le domande decisive della vita». E aggiunge: «Manca spesso una conoscenza profonda di Gesù. La nostra è rimasta, in molti casi, una religiosità di superficie». E la nostra fede com’è? All’acqua di rose? Limitata, quando va bene, alla Messa domenicale? C’è corrispondenza tra quello che crediamo e le nostre scelte quotidiane di vita?

Da sempre i missionari hanno colpito la mia immaginazione. Fin da quando leggevo il giornale per ragazzi Il piccolo missionario, pubblicato dai Comboniani, o guardavo in parrocchia film come Molokai: l’isola maledetta sulla figura di padre Damiano de Veuster. Ricordo bene anche alcuni ritiri spirituali guidati da un padre saveriano, che raccontava la sua scelta di andare in missione contro il volere dei genitori. Arrivò fino a scavalcare suo papà che si era sdraiato sulla porta per impedirgli di passare. Ho sempre trovato, poi, nei missionari che avevano trascorso qualche anno all’estero, una grande apertura mentale, una capacità di andare al cuore della fede, un amore profondo per Gesù Cristo unito alla condivisione e alla solidarietà con i poveri e gli oppressi. Credo davvero che la sbornia del consumismo abbia attenuato in molti di noi l’entusiasmo per il Signore, per il Vangelo, e il desiderio di testimoniarlo con la nostra vita di ogni giorno, senza per forza partire per un Paese lontano.

Cari amici, vi invito a pregare per tutti i missionari, che dedicano la loro vita all’annuncio del Vangelo, e vi auguro di riscoprire la gioia di essere noi stessi missionari in casa, a scuola, nei posti di lavoro. Come scrive papa Francesco nell’Evangelii gaudium, non va perduta nessuna opera svolta con amore, nessuna generosa fatica, nessuna dolorosa pazienza, perché «la missione non è un affare o un progetto aziendale, non è neppure un’organizzazione umanitaria, non è uno spettacolo per contare quanta gente vi ha partecipato. [...] Lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole; noi ci spendiamo con dedizione ma senza pretendere di vedere risultati appariscenti. Sappiamo soltanto che il dono di noi stessi è necessario».

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