n. 32 - 2015 9 agosto 2015
Insieme di don Antonio Rizzolo

Vacanze, tempo favorevole per la lettura e l’incontro con Dio

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Prete con due alleati: umorismo e fantasia

Amante della letteratura inglese, da Harry Potter al Signore degli anelli, don Diego Goso è prete di quattro parrocchie,…

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Don Diego Goso

Prete con due alleati: umorismo e fantasia

Amante della letteratura inglese, da Harry Potter al Signore degli anelli, don Diego Goso è prete di quattro parrocchie, che beneficiano della sua carica vitale

 

Don Diego Goso.

«Lo sai qual è l’essere più veloce sulla faccia della terra? Il cristiano che esce dalla Messa della domenica». Don Diego Goso, giovane sacerdote della diocesi di Torino, ci accoglie nella canonica di una delle sue quattro parrocchie con umorismo e fantasia, «le migliori doti che lo Spirito Santo mi ha lasciato in eredità», racconta per presentarsi. «Sorridere, soprattutto di me stesso, mi aiuta. Del resto, ho una stazza notevole, sono un po’ imbranato, mi muovo come un elefante in una cristalleria». Non c’è male, come inizio. Ma, subito dopo, arriva il discorso serio, da prete puro: «A Messa il bello viene dopo che abbiamo ricevuto Gesù in persona dentro di noi. Il massimo del piacere cristiano è starsene a lungo in intimità con lui». Tra le Messe che celebra, i campi estivi all’oratorio e le ore passate in confessionale, don Diego ha già scritto e pubblicato dodici libri. Ma non passa la vita chiuso in chiesa o in studio: gli piacciono le caramelle colorate, gli hamburger ed è innamorato di tutta la tecnologia digitale di Apple, compreso il nuovissimo Apple Watch che porta al polso mentre parliamo. Gli piace vivere, con tutte le sfumature possibili. E, per coltivare il piacere di vivere con un pizzico di fantasia, nella sua stanza segreta (ma non tanto) tiene in bella vista diverse scintillanti copie della spada Anduril, direttamente dal Signore degli anelli (la saga di J.R.R. Tolkien, ndr) o il modellino del castello di Harry Potter. Così, con il suo aspetto mite, un po’ sornione, riesce continuamente a sorprenderti, soprattutto perché tutta la vita che ti squaderna davanti agli occhi è l’esistenza di un prete innamorato da sempre di Dio e della Chiesa: «Ho conosciuto preti felici, questo è il mio segreto. E quando uno di loro mi ha chiesto perché non sceglievo anch’io di vivere come lui, ho risposto subito di sì».

Oggi è parroco di San Giuliano a Barbania, dell’Assunzione di Maria in Rocca Canavese, di San Giacomo Apostolo a Levone e di Santa Maria Maddalena a Front, nella zona del Canavese piemontese, a cavallo tra Torino, Ivrea e le alpi Graie. «È un territorio molto vasto. Quando il vescovo è venuto in visita pastorale l’ho portato dappertutto: non gli sembrava vero che i luoghi e le persone da visitare non finissero mai». Così, iniziando da Pasqua, don Diego impiega un mese e mezzo per andare a benedire ogni persona: «Viviamo la parrocchia come una famiglia. Quando vado a trovare i miei parrocchiani, le loro abitazioni diventano la casa di Francesco che ha quel problema e quella di Sandra che ha mollato il tipo. E se trovo un ragazzo che non ho mai visto, lo invito subito all’oratorio!». L’oratorio, per don Diego, è «la vera festa che si rinnova, la mia vacanza quotidiana dalle complicazioni a volte inutili della vita adulta. I ragazzi non finiscono mai di stupirmi». Come Martina: «L’ho conosciuta che aveva dodici anni e l’ho vista crescere. Ora che sono diventato parroco lei, suo marito Luca e il loro figlio Vittorio detto Puppy, di cui sono padrino di Battesimo, mi hanno seguito. Abitano nella canonica di Rocca e seguono le famiglie e la Caritas. Con la loro simpatia e disponibilità hanno conquistato tutti, come anche hanno fatto il nostro diacono permanente Giovanni e sua moglie Anna Maria, che sono il riferimento per la parrocchia di Levone. Ogni settimana ci incontriamo, ci confrontiamo e ci sosteniamo a vicenda». Chiunque ha bisogno di lui, lo trova. Se poi vuole confessarsi, don Diego è sempre pronto: «la confessione è la carezza di Dio sulle nostre ferite. Anche quando vengono un uomo o una donna che si sono risposati, io li accolgo, li ascolto, e alla fine offro volentieri una benedizione. Credo che la grazia di Dio accarezzi così anche le loro fatiche e il loro desiderio di amore autentico». E, allora, per guardare da vicino come vive la sua comunità, andiamo all’oratorio di Levone, dove lo aspettano 130 ragazzi e 30 animatori. Giocano, combattono con le spade di Guerre stellari, si parlano. Mentre i ragazzi entrano nel grande tendone per il pranzo, noi restiamo a guardare in lontananza, negli ampi spazi verdi che circondano l’oratorio. E arriva l’ultima confidenza: «Amo tantissimo questo posto, anche perché lì di fronte c’è il cimitero. Quando sono qui posso posare lo sguardo sul posto dove mamma e papà riposano. Si sono amati fino all’ultimo, e solo nel momento in cui ho visto mamma morire ho capito cosa vuol dire che i nostri cari si addormentano nel Signore», confida con gli occhi improvvisamente lucidi. L’amore vero, anche quando sembra mancare, rimane.

I LIBRI (SPASSOSI) DI UN AUTORE PROLIFICO

Nato a Levone (Torino) nel 1975, don Diego Goso è sacerdote dal 2001. Viceparroco e responsabile d’oratorio a Leinì (To) per dodici anni, è diventato parroco nel 2013.

Tra i suoi libri, vale la pena ricordare almeno: Quattro chiacchiere con Dio (Paoline 2013); In vacanza col diavolo (Paoline 2014).

Nel gustoso Preti – Tutti i colori del clero (e non c’è il grigio) (Paoline 2015) don Diego racconta la storia di cinquanta preti che ha incontrato nella sua vita, per «riflettere sulla figura dei pastori e imparare ad amare i loro diversi colori».

Chi vuole incontrarlo, lo trova anche sul sito internet www.dondiego.me

Testo di Giuseppe Gazzola

Foto di Paolo Siccardi/Sync

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