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Donare il sangue per una società fondata sull’amore
I donatori sono tra i più vicini all’idea di amore gratuito. Non per nulla il dono del sangue è alla base del mistero eucaristico
Ite, missa est di Enzo Romeo
Donare il sangue per una società fondata sull’amore
I donatori sono tra i più vicini all’idea di amore gratuito. Non per nulla il dono del sangue è alla base del mistero eucaristico
Nella società del do ut des donare il sangue è un gesto che fa doppiamente bene: contribuisce a salvare la vita di chi è in pericolo e ci ricorda che le cose più grandi e più belle si fanno gratis, senza pretendere nulla in cambio.
Il donatore offre il suo sangue in maniera anonima. E lo fa per l’altro, chiunque esso sia. È esagerato affermare che questo è il paradigma del vero amore? C’è un consigliere nazionale dell’Avis, Mimmo Nisticò, che ha raggiunto la cifra record di 135 donazioni di sangue. Lo scorso anno si è recato insieme ai tre figli Gennaro, Fabio e Marco e alla moglie Giuliana al centro comunale di raccolta per una trasfusione “collettiva”. La famiglia ha donato finora, complessivamente, 234 sacche di sangue.
Mimmo vive a Reggio Calabria, dove di solito tengono banco altri “fatti di sangue”. Questa generosità è un esempio per dire che il sangue non si versa ma si dona. Che deve servire a dare vita, non a compiere i giuramenti per entrare a far parte dell’onorata società. «La prima donazione di sangue», ricorda Mimmo, «l’ho fatta quando avevo 21 anni perché era stato ricoverato d’urgenza in ospedale un sacerdote, il mio assistente scout, e non mi son più fermato…».
La città sullo Stretto è oggi uno dei principali punti di sbarco di profughi e immigrati irregolari. Accogliere e donare fanno il paio. Un altro donatore Avis, Daniele Castrizio, racconta di aver fatto un sogno che ha cambiato il suo modo di vedere la vita: «Ero sul piatto di una bilancia e dall’altra parte c’era un mucchio di roba, di animali, di denaro; era tutto ciò che avevo consumato per arrivare ai miei anni e qualcuno dall’aldilà mi ammoniva: “Guarda quanto hai ricevuto, cosa darai in cambio?”». Da allora la donazione è divenuta per lui una risposta alle domande esistenziali più profonde.
L’amore tra gli uomini si fonda sul dono del sangue, come una mamma fonda l’amore col figlio sul dono del latte. Così affermava Saint-Exupéry e per noi cristiani è un rimando al mistero eucaristico.