Credere n. 33 - 17/08/2014
Il respiro universale della missione paolina
Cari amici lettori, in questo numero vi invito a fare festa con noi.
Francesco visita la Chiesa dei record
Fondata da laici (caso unico al mondo), la Chiesa cattolica coreana ha conosciuto in passato una terribile persecuzione.…
L’ALTRO MIRACOLO COREANO
Non solo Samsung: a Seul padre Vincenzo Bordo ha dato vita a Casa di Anna, un’eccellenza della solidarietà, che gli è valsa…
«CATTOLICA DA SEMPRE»
Risponde convinta, Antonella Ruggiero, quando le si chiede se ha fede: «Sono credente fin da bambina e non perché qualcuno…
«CENTO ANNI DA FESTEGGIARE IN PIEDI»
Don Silvio Sassi detta il ritmo dei festeggiamenti della Famiglia paolina, che quest’anno taglia il traguardo del secolo…
Credere cambia la vita. Il resto? Chiacchiere
Qualche giorno fa un’amica che non vedevo da tanto – che bello che è estate!! – mi ha raccontato la morte della mamma
L'evento
Francesco visita la Chiesa dei record
Papa Francesco ha scelto la “Chiesa dei record” per il suo primo viaggio extra-europeo (se escludiamo quello in Brasile nel 2013, già programmato prima dell’elezione). Già, perché quella in Corea del Sud, che Bergoglio visita dal 14 al 18 agosto, è una Chiesa unica al mondo, per molteplici ragioni.
Ultimo record. Durante il viaggio, il Papa beatificherà 124 martiri vittime di una feroce persecuzione che ha causato circa 10 mila morti. Della stragrande maggioranza di loro non si sa il nome. A Seul li ricorda il santuario di Jeoldusan, che sorge sulla Collina dei martiri, dove i cristiani venivano decapitati e i resti gettati nel fiume sottostante. «Questo sacrificio sicuramente è diventato una benedizione per le generazioni successive di cristiani», spiega Serena Kim Hae-Kyung, teologa e scrittrice sudcoreana. Del resto, fin dai primi secoli dell’era cristiana si è sempre ripetuto che «il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani».A cominciare dal fatto che, a eccezione di quanto avviene quasi ovunque in Asia, la Chiesa lì è in forte crescita numerica: oggi i cattolici sono oltre il 10% della popolazione, i sacerdoti oltre 4.600, i religiosi e le religiose oltre 10mila.
Altro record: il Vangelo in Corea è arrivato tre secoli fa, non tramite i missionari europei (come accaduto in molti Paesi asiatici), ma grazie a cinque laici, un gruppetto di funzionari coreani che avevano preso parte alle ambasciate a Pechino e da lì portarono il “Catechismo” di padre Matteo Ricci e altri libri di gesuiti. Solo in un secondo tempo questi laici si rivolsero a Propaganda Fide, la congregazione che coordina l’attività missionaria nel mondo, chiedendo che venissero inviati dei missionari (arriveranno a cavallo tra XVIII e XIX secolo). «Sono dinamiche che prefigurano a modo loro la visione pastorale e l’immagine della Chiesa “in stato permanente di missione”», ha commentato il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, in una recente intervista.
Si spiega anche così la rapida crescita dei cristiani in Corea (anche i protestanti sono numerosi) e l’alto numero di missionari sudcoreani, oggi presenti in circa 80 Paesi del mondo.