N. 33 2014 17 agosto 2014
Editoriale di don Antonio Rizzolo

Il respiro universale della missione paolina

Cari amici lettori, in questo numero vi invito a fare festa con noi.

L'evento

Francesco visita la Chiesa dei record

Fondata da laici (caso unico al mondo), la Chiesa cattolica coreana ha conosciuto in passato una terribile persecuzione.…

Il ritratto

L’ALTRO MIRACOLO COREANO

Non solo Samsung: a Seul padre Vincenzo Bordo ha dato vita a Casa di Anna, un’eccellenza della solidarietà, che gli è valsa…

Il personaggio - ANTONELLA RUGGIERO

«CATTOLICA DA SEMPRE»

Risponde convinta, Antonella Ruggiero, quando le si chiede se ha fede: «Sono credente fin da bambina e non perché qualcuno…

L’intervista

«CENTO ANNI DA FESTEGGIARE IN PIEDI»

Don Silvio Sassi detta il ritmo dei festeggiamenti della Famiglia paolina, che quest’anno taglia il traguardo del secolo…

Ite, Missa est

Credere cambia la vita. Il resto? Chiacchiere

Qualche giorno fa un’amica che non vedevo da tanto – che bello che è estate!! – mi ha raccontato la morte della mamma

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Ite, Missa est

Credere cambia la vita. Il resto? Chiacchiere

Qualche giorno fa un’amica che non vedevo da tanto – che bello che è estate!! – mi ha raccontato la morte della mamma. Non posso qui entrare nei dettagli della sua storia, è sempre difficile stare alla giusta distanza dalle vite degli altri, ma posso dire che, con la sua scelta di fedeltà a un marito che se ne era andato di casa, quella donna era sempre stata per me un segno di contraddizione.

Da piccola, non ricordo bene ma immagino che la considerassi  una scelta suicida, la sua. Ero tutta proiettata verso la realizzazione di me stessa, verso il mio futuro che dovevo costruire, e pensavo che sarei stata io la fortunata moglie del Principe azzurro, che non mi sarei fatta mettere i piedi in testa, io che avrei avuto un lavoro fantastico e figli perfetti e che avrei gestito tutto tranquillamente (l’adolescenza, oltre che epoca dei brufoli – che peraltro io ho ancora  – delle cotte disperate e dei vestiti improbabili, è anche un tempo in cui si producono cretinate in quantità industriale).

Adesso che sono grande, anzi quasi coetanea a quella signora nei suoi ultimi anni di vita, capisco la potenza e la grandezza della sua scelta, la bellezza del suo gesto umile. Un gesto che non è mai stato debolezza, ma al contrario forza. E nelle ultime ore di vita era sorridente, totalmente rappacificata anche col marito. Quel giorno è passata da lei un’altra ragazza, amica come me della figlia, con seri problemi di salute, e parecchio arrabbiata col Principale per questo motivo (e ti credo). La signora le ha afferrato la mano e ripristinando per l’ultima volta il tono da mamma, dolce ma fermo, gliel’ha stretta, l’ha guardata negli occhi e le ha detto: «Tu ci devi credere. Ci devi credere. È tutto vero. E sta tutta lì la differenza. Credere davvero che è il Signore che ti salva. Se credi a questo la tua vita cambia. Tutto il resto sono chiacchiere». Ecco, non so perché, in questo caldo giorno di agosto mi è tornata in mente questa storia. Forse per la parola. Credere. Come il nostro giornale. Sta tutta lì la differenza.

 

Testo di Costanza Miriano

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