N. 33 - 2017 13 agosto 2017
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Addio al cardinale Dionigi Tettamanzi, pastore umile e ricco di umanità

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Addio al cardinale Dionigi Tettamanzi, pastore umile e ricco di umanità

Cari amici lettori, nei giorni scorsi è tornato alla casa del Padre il cardinale Dionigi Tettamanzi. A lui dedichiamo un articolo che ne rievoca in sintesi la figura. Mi piace però ricordare, in questa pagina, il legame che lo ha unito a noi Paolini, con l’aggiunta di un ricordo personale. Prima di diventare vescovo, don Dionigi Tettamanzi, nato il 14 marzo 1934 a Renate, in diocesi di Milano, ha insegnato per lungo tempo Teologia morale. Era specialista sui temi della bioetica, oltre che del matrimonio e della sessualità. Per queste sue competenze collaborò in seguito con Giovanni Paolo II nella stesura di alcune encicliche. Ma prima ancora era entrato a far parte del Comitato scientifico del Cisf, il Centro internazionale studi famiglia, che appartiene al nostro Gruppo editoriale San Paolo. In questa veste, don Dionigi veniva spesso nella nostra sede di via Giotto e ha dato un contributo di grande valore. In particolare nella creazione dei consultori familiari. Divenuto vescovo e poi cardinale, Tettamanzi ha mostrato di essere un autentico pastore, attento alle persone, dotato di grande umanità e di semplicità evangelica. Per questo Famiglia Cristiana lo ha scelto nel 2010 come personaggio dell’anno, con questa motivazione: «Perché rappresenta il volto della Chiesa che ci piace. Anzi, piace alla gente. Credenti e non credenti. Una “Chiesa col grembiule” e “maestra di umanità”, che si fa carico delle sofferenze e speranze degli uomini d’oggi. Vicina a chi ha il “cuore ferito”, ma anche “scomoda”, nel nome del Vangelo. Presenza “profetica” in una società indifferente. E, moralmente, narcotizzata». Fu anche a seguito di questa scelta che l’allora direttore di Famiglia Cristiana don Sciortino chiese al cardinale Tettamanzi di commentare il Vangelo domenicale sulle pagine della rivista. Ebbi così modo di entrare personalmente in contatto con lui, visto che la rubrica era curata da me. Ricordo la sua grande semplicità e umiltà, il tono cordiale delle email che mi mandava con il commento al Vangelo. Anche se si serviva di un segretario, non mancava mai di inserire qualche riga firmata da lui. In particolare, poi, si premurava di telefonarmi direttamente per farmi gli auguri di Natale. Una premura e un’attenzione che mi sono rimaste nel cuore. Per questo lo ricordo con affetto e prego volentieri per lui. Sono certo che dal Cielo egli continua a pregare per tutti noi e in particolare per tutte le famiglie, soprattutto quelle più fragili.

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