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Il segreto della vita cristiana? Sapere di essere amati dal Signore
Al Circo Massimo papa Francesco ha invitato i giovani a sognare in grande chiamando tutti, anche noi adulti, a essere testimoni di fede e di gioia
Cari amici lettori, la chiusura anticipata della rivista per la festività dell’Assunta ci permette di raccontarvi solo in questo numero l’incontro dell’11 e 12 agosto tra papa Francesco e i giovani provenienti da ogni parte d’Italia. Nella Veglia del sabato al Circo Massimo erano in centomila a dialogare con Francesco e a lasciarsi interpellare dalle sue parole. Con grande franchezza e umiltà il Papa ha riconosciuto le mancanze di noi adulti nei confronti delle nuove generazioni, la nostra debole testimonianza, la chiusura da parte di molti pastori in formalismi e in rituali. Nello stesso tempo ha messo i nostri ragazzi di fronte alle loro responsabilità, come la tentazione di non sognare più in grande, ma di pensare solo alle comodità e al benessere, o il rischio di diventare «giovani da divano», che guardano la vita passare davanti a loro.
E a proposito di testimonianza: Francesco, dopo aver ammesso lo scandalo di una Chiesa incapace di testimoniare l’amore di Cristo, ha chiesto a tutti i presenti: ma io posso dire che la Chiesa non dà testimonianza se mi comporto allo stesso modo e cioè non sono capace di uscire da me stesso? Purtroppo oggi questo accade di frequente: si cerca sempre qualcuno da incolpare, da accusare, senza ammettere le nostre responsabilità, le nostre inadempienze, le nostre chiusure. Soprattutto i social network sono diventati lo sfogo di tanti che si lamentano di tutto e di tutti, usando parole violente, arroganti, persino offensive. Sono pochi quelli che hanno il coraggio di guardare dentro di sé, di riconoscere il proprio egoismo. C’è tanto bisogno di recuperare un po’ di buon senso, di crescere nella fiducia reciproca e verso Dio.
Le parole conclusive del Papa al Circo Massimo valgono allora anche per ciascuno di noi, per vincere il nostro pessimismo, la nostra chiusura, la disillusione che ci porta a criticare e ad accusare gli altri senza far nulla per cambiare noi stessi. Francesco ha fatto riferimento alla prima parte del Vangelo di Giovanni: dai segni che Gesù compie traspare «il racconto della fragilità umana che incontra la Grazia che risolleva. C’è l’umanità ferita che viene risanata dall’incontro con Lui; c’è l’uomo caduto che trova una mano tesa alla quale aggrapparsi; c’è lo smarrimento degli sconfitti che scoprono una speranza di riscatto». Ecco, perciò, l’invito a incontrare Cristo, ad accoglierlo nella nostra vita, mettendoci in cammino. Un cammino da percorrere «con la fiducia e l’energia di Giovanni, il “discepolo amato”. Sì, il segreto è tutto lì», ha spiegato Francesco, «nell’essere e nel sapere di essere “amato”, “amata” da Lui…Con questo amore la vita diventa una corsa buona, senza ansia, senza paura. Una corsa verso Gesù e verso i fratelli, col cuore pieno di amore, di fede e di gioia».