n. 35 - 2015 30 agosto 2015
Insieme di don Antonio Rizzolo

L’apostolato paolino, bello e impegnativo

Cari amici lettori, la copertina di questo numero è dedicata al famoso esorcista don Gabriele Amorth.

Gabriele Amorth

«Da partigiano a esorcista, ispirato da Alberione»

Gli anni della guerra in cui fu membro della Resistenza, l’impegno nella Dc, la scelta di diventare prete, l’incontro con…

Sinodo della famiglia

Le sfide per una Chiesa vicina alle famiglie

Dal 4 al 25 ottobre tornerà a riunirsi a Roma il Sinodo dei vescovi per continuare il confronto aperto un anno fa

Cattolici contro la mafia

Il prete che combatte la camorra con una locanda

A Ercolano un ex bar della camorra è diventato la “seconda casa” per i ragazzi del quartiere: La Locanda di Emmaus, fondata…

Ite, Missa est di Emanuele Fant

Fine agosto e nostalgia

Il sentimento che proviamo quando dalle tasche dei borsoni cade in casa poca sabbia tolta alle scogliere: ci vorremmo scusare,…

Per una lettura completa...

Ite, Missa est di Emanuele Fant

Fine agosto e nostalgia

ite missa est

 Il sentimento che proviamo quando dalle tasche dei borsoni cade in casa poca sabbia tolta alle scogliere: ci vorremmo scusare, vorremmo rispedirla in un pacchetto al bagnasciuga dove è nata, perché è un torto farle fare la nostra vita senza un alito di vento la sera, con i nostri orari, poterle offrire solo albe dimezzate che non si specchiano nel mare.

La malinconia che fanno al mese di settembre gli ombrelloni. Messi a riposo coi nastrini, provocati ancora dall’aria, pronti per il sonno verticale in assenza del sole. Non abbandonano le loro schiere, si domandano a vicenda a che punto del divertimento è terminata anche quest’anno una stagione. Le automobili sudate senza fretta di tornare, colme fino a fuori i finestrini: i canotti che non si vogliono sgonfiare, le valigie che nessuno, questa volta, si è preso la briga di incastrare per bene; i bambini lievitati dai gelati e dagli strati alterni di crema e abbronzatura.

I temporali appena dietro a ferragosto: il modo brusco delle vette per sgombrare i cittadini, gli alpinisti improvvisati con le loro attrezzature, i villeggianti che si credono del posto perché indossano i calzettoni. La montagna freme, non vede l’ora di tornare seria, abbassa nuvole e vapori per non farsi più fotografare. Non attende di scrollarsi dalle malghe gli ultimi assaggiatori di formaggi, ridà la precedenza al suo silenzio, che sia il fruscio degli animali, o l’ispessirsi delle nevi, o l’astenersi dai discorsi dei pastori.

Le canzoni che rincorse dai profumi, nel patio dei ristorantini, ci miglioravano l’umore. Dagli altoparlanti neri in plastica, nel parcheggio di questo grande magazzino, si rivelano per quello che sono, e ci fanno domandare che meta ha scelto per le sue vacanze il nostro gusto musicale.

Il trentuno agosto stringe il cuore, ma la nostalgia fa bene. Ogni mancanza che ci assorda fa da ordito a un giuramento: siamo cavi per farci colmare. Verrà l’estate che non muore.


Testo Emanuele Fant

Archivio

Vai