N. 36 - 2015 6 settembre 2015
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L'esperienza | Cellule parrocchiali di evangelizzazione

La Chiesa domestica che riporta alla fede

Il 5 settembre papa Francesco incontra il movimento fondato dal parroco milanese don Pigi Perini e che oggi ha diramazioni in tutto il mondo. «L’80% di chi entra nei gruppi era lontano dalla Chiesa».

 

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In foto: don Pigi Perini con Papa Francesco 

«Come quelle del nostro corpo, le cellule esistono se alimentate e se si moltiplicano. Gli insegnamenti del parroco sono il nutrimento, la preghiera è il respiro». Così Luigi Mariani, milanese di 59 anni, racconta l’esperienza delle Cellule parrocchiali di evangelizzazione. Spiega: «Ci si incontra settimanalmente in una casa; la famiglia che apre la cellula è punto di riferimento e sostegno per coloro che la frequentano. Quella casa, quella famiglia, diventano una piccola Chiesa domestica, dove si prega, si condivide, si ascoltano i fratelli e la parola di Dio, si intercede, si cresce nell’amore reciproco e nella conoscenza di Gesù».

Quando studiava alle superiori, Luigi incontrò un insegnante di religione speciale, don Pigi Perini, che gli propose di offrire le braccia al Signore. Con alcuni compagni iniziarono a visitare degli anziani che soffrivano la solitudine negli abbaini del centro di Milano. Qualche anno dopo don Pigi fu mandato nella parrocchia di Luigi, Sant’Eustorgio, ovvero la basilica che sorge dove – secondo la tradizione – l’apostolo Barnaba battezzò i primi milanesi. «D’estate mi propose di partire per le Filippine e al ritorno di mettere il cuore nel preparare i pacchi per i missionari».

Luigi pensava di “essere a posto” ma, dopo braccia e cuore, l’ex insegnante gli chiese anche le gambe. Per andare verso chi era lontano dalla fede. «Insieme a 40 parrocchiani ci propose di portare Gesù al lavoro, tra gli amici, nei condomini». Era il 1987 e quei 40 erano il nucleo delle future cellule. Ricorda Luigi: «Don Pigi mi mise in mano un Manuale di addestramento spiegando che, come ai tempi del liceo, dovevo studiare e fare i compiti». Questa volta, però, l’obiettivo era la missione dei cristiani. La spiegava Paolo VI nell’Evangelii nuntiandi: «Evangelizzare è la grazia e la vocazione profonda della Chiesa. Essa esiste per evangelizzare». In quel Manuale era descritto il metodo di una parrocchia cattolica della Florida, riadattato da un’esperienza pentecostale coreana.

Don Pigi oggi ha 86 anni e vive ancora a Sant’Eustorgio, dove è stato parroco dal 1977 al 2012. Ricorda: «Vivevo un momento di difficoltà. Il Signore mi venne incontro con una rivista portatami da un anziano prete canadese». Precisamente, con l’articolo Parrocchia in fiamme. Parlava di Saint Boniface, vicino Miami, come di una comunità molto dinamica in cui ogni membro era consapevole del proprio compito di evangelizzatore. Don Pigi prese l’aereo e andò a visitarla. Al ritorno, chiamò Luigi e gli altri futuri responsabili delle cellule. Da Sant’Eustorgio, che adesso è la sede internazionale, questo sistema è stato adottato in cinque continenti e il Pontificio consiglio per i laici ha chiesto al sacerdote di creare un organismo internazionale. Diffuso in tutta Italia, è particolarmente in crescita in Cina.

«Il centro», racconta Luigi, «rimane il parroco, che ogni settimana registra un commento alla parola di Dio di un quarto d’ora. Ciascun responsabile poi lo porta nella propria cellula». Il metodo è ben definito, si apprende con un corso e lo studio del Manuale. Ogni incontro dura 90 minuti: «Inizia con un canto e una preghiera di ringraziamento, segue la condivisione di ciò che il Signore ha fatto per te nella settimana e quello che tu hai fatto per Lui; poi si ascolta la registrazione del pastore e ciascuno la commenta brevemente. Infine gli avvisi, la preghiera di intercessione per coloro che, ancora esterni alla cellula, si sta provando a evangelizzare e quella di guarigione per i membri che stanno vivendo momenti difficili».

La vita della cellula non è limitata all’incontro, ma durante la settimana ci si sente e ci si vede. Ciascun gruppo è composto da un minimo di 5 a un massimo di 12 persone, ma lo scopo è crescere e moltiplicarsi. «La fede», dice Luigi, «si rafforza donandola. Andando verso i poveri, come verso il collega». Don Pigi aggiunge: «C’è molta sete di evangelizzazione, la chiave è ridare speranza. Ai sacerdoti, che talvolta sono oberati di incombenze, e ai laici».

Prima di incontrare le cellule, oltre l’80% dei membri era lontano dalla Chiesa; Sant’Eustorgio è «una parrocchia di convertiti». «La base dell’evangelizzazione è l’amicizia, ascoltare l’altro è un servizio», dice don Pigi. «Nelle cellule preghiamo per le persone che vogliamo evangelizzare, così gli altri membri iniziano a conoscerle. Possono anche passare uno, dieci, cento anni prima che decidano di convertirsi». Luigi racconta di un suo superiore al lavoro in banca: «Un osso duro, non dava confidenza». Lui non si è rassegnato, con la sua cellula ha pregato a lungo e gli ha testimoniato simpatia. «Trasferito in un’altra filiale», racconta, «ha iniziato a chiedermi di pranzare insieme, ancora oggi è un rapporto che continua».

Il 5 settembre, il Papa incontrerà oltre cinquemila membri delle cellule, arrivati a Roma da tutti i continenti. Don Pigi lo ha già visto a dicembre in un’udienza privata. Ha presentato il movimento dicendo che è formato da «innamorati di Gesù». «Francesco», racconta, «mi ha subito risposto: “Anch’io”. Non ha parlato di sé, ma si è aperto a chi aveva di fronte. Mi ha testimoniato come si possa essere eccelsi e grandi rimanendo servi umilissimi del Signore».

UN METODO NATO IN COREA

Le Cellule parrocchiali di evangelizzazione sono un metodo di azione pastorale che ha preso il via a Milano nel 1988 per iniziativa di don Pier Giorgio Perini. È ispirato all’esperienza delle Cellule in casa avviata in Corea dalla Chiesa protestante e adattata al cattolicesimo da un sacerdote statunitense, padre Michael Eivers. Il sistema delle Cellule parrocchiali di evangelizzazione ha avuto il riconoscimento definitivo dal Vaticano come progetto pastorale lo scorso 12 aprile. A Sant’Eustorgio a Milano ora ha sede l’organismo internazionale di servizio per le Cellule parrocchiali di evangelizzazione. Oggi nel mondo si contano oltre 4.300 cellule.

 

Testo di Stefano Pasta

 

 

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