L’educazione è un villaggio da costruire insieme per aprirci a un futuro di speranza
Francesco ha convocato un grande incontro il prossimo 14 maggio per avvivare l’impegno di tutti per e con le nuove generazioni.…
«San Francesco mi ha insegnato la felicità»
Da ragazzo andava ad Assisi in autostop e oggi prega spesso sulla tomba del poverello. «I santi sono uomini e donne molto…
Amore e coraggio, l’eredità delle Aquile Randagie
La storia del gruppo di scout che si opposero al fascismo diventa un film. «Fedeli a Dio e alla promessa scout, misero a…
In missione per la casa comune
La giovane operatrice della Caritas del napo, nella regione amazzonica dell’Ecuador, è impegnata nella diffusione di una…
Nel segno dell’angelo che sconfigge il male
Durante il Medioevo, sotto la protezione della spada dell’Arcangelo in questa chiesa si incoronavano i re d’Italia. È un…
Quei numeri sul braccio che non hanno mai voluto cancellare
Andra e Tatiana bucci, sopravvissute ad Auschwitz, hanno ancora sul braccio il numero: Andra il 76483, Tatiana il 76484.…
Basilica di san Michele a Pavia
Nel segno dell’angelo che sconfigge il male
Durante il Medioevo, sotto la protezione della spada dell’Arcangelo in questa chiesa si incoronavano i re d’Italia. È un monumento insigne del romanico lungo il percorso della via francigena in Lombardia
(La chiesa di san Michele a Pavia, foto iStock)
Ha un fascino davvero speciale la basilica di San Michele Maggiore a Pavia, uno straordinario edificio in cui si incrociano in modo assai singolare le tracce della fede e della storia in una selva di simboli e immagini. Già il santo a cui è intitolata la chiesa è un personaggio molto affascinante. San Michele è – con san Raffaele e san Gabriele – uno dei tre arcangeli, le creature che occupano la posizione più elevata nelle gerarchie angeliche. Michele è citato nell’Antico Testamento e nell’Apocalisse come l’angelo guerriero e il suo culto è antichissimo, soprattutto dopo che si diffuse il racconto di alcune sue apparizioni sul promontorio del Gargano nei primi secoli dell’era cristiana. Se si uniscono con una linea immaginaria le più importanti chiese europee dedicate all’Arcangelo si ottiene una retta che taglia il continente dall’isola irlandese di Skellig Michael al Monte Carmelo in Israele, passando per Mont Saint Michel in Francia, la Sacra di San Michele in val di Susa e Monte Sant’Angelo nel Gargano. Anche la basilica di Pavia si trova su questa linea che la leggenda considera il taglio provocato sulla terra dalla spada di san Michele che combatteva il diavolo. Ecco perché quando scelsero Pavia come loro capitale, i Longobardi portarono sulle sponde del Ticino il culto di san Michele e gli dedicarono la chiesa più importante, quella dove avvenivano le incoronazioni dei re con la celebre Corona ferrea. Chi, meglio della più potente creatura angelica, avrebbe potuto far da patrono ai sovrani e al loro regno? Così la basilica di San Michele divenne la “chiesa dei re” e fece da quinta anche nei secoli successivi alle incoronazioni dei sovrani d’Italia: Berengario I (nell’888), Arduino d’Ivrea (nel 1002) ed Enrico il santo (nel 1004). Il magnifico edificio romanico che oggi ammiriamo, però, è una ricostruzione avvenuta nel XII secolo, giusto in tempo per accogliere l’ultima delle grandi incoronazioni, quella di Federico Barbarossa, avvenuta nel 1155.
Patrimonio da conoscere
Basta solo questo a spiegare il notevole interesse religioso e turistico che suscita la basilica pavese. Proprio per valorizzarne il messaggio spirituale e accogliere i molti visitatori (ogni anno se ne contano 100 mila), nel 2011 è nata la onlus Il bel San Michele, collegata con la parrocchia. «Il nostro compito», spiega il presidente Vittorio Vaccari, «è far prendere coscienza ai pavesi dello straordinario patrimonio che possiedono, preservarlo per le nuove generazioni e farlo conoscere in Italia e all’estero». L’associazione ha promosso studi e pubblicazioni e garantisce, grazie a un convenzione con il Touring Club Italiano, l’apertura del monumento con custodi volontari – sono circa 40 persone – in grado di accompagnare i visitatori. «Valorizzare la basilica ha anche una funzione pastorale», spiega Vaccari, «perché aiuta i visitatori ad addentrarsi nella complessa simbologia religiosa delle opere d’arte», una vera e propria catechesi per immagini. Qualche esempio? I bassorilievi sulla facciata, come nelle miniature e nei bestiari medievali, rappresentano animali, creature fantastiche e mostri. «Sono i simboli delle paure degli uomini di mille anni fa», chiarisce Vaccari. «Ma davanti a queste rappresentazioni possiamo riflettere su quali sono le paure degli uomini di oggi».
Uno scenario regale La visita incomincia ammirando proprio la facciata della basilica, possente ma fragile a causa della delicatezza della pietra arenaria. «È un unicum il fatto che i rilievi non sono delle applicazioni ma risultano scolpiti nelle pietre strutturali dell’edificio. Quindi fanno parte del progetto originario», puntualizza Vaccari. Sopra il portale centrale è rappresentato san Michele che trapassa il drago dell’Apocalisse. L’interno, grandioso, lascia immaginare la solennità delle antiche cerimonie d’incoronazione. Il punto della navata in cui probabilmente veniva posto il trono è segnato nel pavimento da cinque dischi di marmo e la rappresentazione della corona ferrea. La simbologia regale prosegue anche nell’affresco del catino absidale: rappresenta il Cristo che incorona la Vergine. Altro tesoro dallo speciale significato simbolico è il labirinto tracciato a mosaico sul pavimento del presbiterio. Accanto si riconoscono le personificazioni dei mesi e dell’anno. Significa che il difficile cammino dell’uomo (il labirinto) è immerso nella storia (il calendario) ma governato da Dio che regna sul cosmo. Da non perdere, tra i tesori artistici, anche il Crocifisso di Teodote, antico di oltre mille anni, un capolavoro dell’artigianato realizzato a sbalzo su un’unica lamina d’argento dorato grande più di due metri. Mostra Gesù in croce secondo l’antica immagine del Christus triumphans, cioè vivo, con gli occhi aperti, senza le ferite dei chiodi né la corona di spine, vincitore della morte. Da ammirare con attenzione anche i capitelli della navata, che rappresentano le storie della Bibbia (Adamo ed Eva, Caino e Abele, il sacrificio di Isacco…). Dalla basilica pavese passano la Via Francigena e la Via di San Michele, che la rendono da sempre un monumento dalla vocazione internazionale, crocevia di pellegrini e di cultura. «Ma i suoi simboli religiosi non sono pezzi da museo perché conoscere e capire il passato», sorride il presidente Vaccari, «vuol dire avere i canoni per interpretare il futuro». Un frammento del futuro dell’Europa è custodito anche qui.
ORGANIZZARE LA VISITA La basilica di San Michele si trova in centro a Pavia. Apertura: feriali 8.30-19; festivi 9-20. Visite: feriali 8.30-17; festivi 11.30-17. Il lunedì chiusura tra le 12 e le 14.30. Tel. 0382.47769. www.sanmichelepavia.it. Appuntamenti culturali su www.ilbelsanmichele.eu.
LA FESTA DEGLI ARCANGELI Il 29 settembre, festa di san Michele, alle 15 conferenza per una lettura artistica e cristiana dei capitelli della basilica. Alle 19.30 aperitivo per sostenere i restauri.
Testo di Paolo Rappellino