Credere n. 39 - 21/09/2014
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Ite, Missa est | Costanza Miriano
Il cristiano e la legge di Murphy
Qualche giorno fa, concludendo la Messa del mattino, il sacerdote ci ha salutati, lasciandoci alla vita che riprendeva il suo ritmo feriale, con una raccomandazione: «C’è sicuramente qualche rogna che vi aspetta nella vostra vita. Qualcosa che in questa giornata proprio non vi andrebbe di fare. Si può schivare, imboscandosi e cercando una via di uscita più o meno onorevole. Oppure si può fare. Accogliete la rottura di scatole che usciti dalla chiesa sicuramente vi aspetta. Prendetevi la rogna per amore di Dio. Un anziano da accompagnare, i bambini noiosi, il marito musone (alla Messa del mattino, è un dato di fatto, siete tutte donne). Vedrete che il Signore poi vi sommergerà di grazie. Vi seguirà. Non si farà battere in generosità».
Beh, ve lo dico. Funziona. È proprio così. La nostra docilità fa miracoli. La storia del centuplo quaggiù è proprio vera (della vita eterna ancora non so). Certo, non esattamente come vorrebbe mia figlia Lavinia, che ogni tanto è tentata da esperimenti scientifici («Ma se io regalo una molletta di Violetta alla compagna che mi sta antipatica, me ne arrivano altre cento? Ma proprio cento?», e hai voglia a spiegare che forse Gesù non parlava proprio esattamente alla lettera).
Però funziona davvero. Uno sguardo così sulla propria vita la cambia profondamente, la rende un canovaccio di occasioni, una continua possibilità di conversione, una via per la libertà dalle circostanze, dove è completamente ribaltata la Legge di Murphy – se qualcosa può andare storto, lo farà – perché se qualcosa va storto per un cristiano è un’occasione per avere qualcosa da offrire a Dio, e non una malaugurata ipotesi.
Vivere così – non cercare di imboscarsi, non fare le cose al ribasso, non scappare – è un po’ più impegnativo, ma vuoi mettere la soddisfazione di fare una bella pernacchia al signor Murphy (che poi chi è?)!
di Costanza Miriano