N. 4 - 2016 24 gennaio 2016
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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Non lasciamoci abbattere dalle difficoltà della vita, dalle troppe parole di odio e di violenza. Seguiamo il Signore sulla…

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Ite missa est di Enzo Romeo

Un bambino, le formiche e lo stupore del cielo

La dignità dei bambini, spesso l’ultimo degli interessi nelle attuali discussioni sui diritti, In un ricordo di dom Hélder…

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Ite missa est di Enzo Romeo

Un bambino, le formiche e lo stupore del cielo

 La dignità dei bambini, spesso l’ultimo degli interessi nelle attuali discussioni sui diritti, In un ricordo di dom Hélder Câmara

Ite missa est

Unioni civili, adozioni gay, gender… Quanto si sta parlando di bambini! Ma chi sa parlare coi bambini, riconoscendo la loro dignità? Dom Hélder Câmara, il vescovo di Recife, mentre viaggiava su un pullman stracolmo, fu attirato da un bimbo che teneva tra le mani un pezzo di legno con la massima cura. «Sto portando su questo legno la mia amica formicuccia, è il suo primo viaggio in autobus» spiegò il piccolo. Giunti a destinazione, Dom Hélder disse al bambino che anche a lui piacevano le formiche e gli raccontò una storia: «Una notte, le formiche avevano divorato il mio roseto. L’indomani, catturai Sonia, una formica rossa, tra le più intelligenti che abbia mai incontrato. Lei tremava e il cuore le batteva così forte che sembrava scoppiare. “Pensa di essere il solo a cui piacciono le rose? Lei non fa la stessa cosa nella Comunione?”, fece Sonia. Presentai le mie scuse e la liberai, con ogni attenzione. Poi, col suo aiuto, insegnai a tutte le formiche a odorare le rose, invece di mangiarle».

Dom Hélder invitò il ragazzino ad andare a casa sua in una notte di luna, così avrebbe visto tutte le formiche, sopra il roseto, odorare le rose. Il bambino non fece come i grandi: non si stupì né lo sfiorò il dubbio, ma trovò la cosa meravigliosa. Allora il vescovo gli narrò di quando aveva incontrato Claudina, una giovane formica zoppicante. «Eravamo nel mio giardino. Col suo permesso, la girai sul dorso per vedere meglio che cosa aveva alla sua zampetta». Claudina per la prima volta vide il cielo, perché le formiche sono come noi: vai vai, corri corri, e non hai mai il tempo di guardare verso l’alto e contemplare il firmamento. «Vedendo il cielo rimase con la boccuccia aperta per la meraviglia. Mi accorsi che era inutile porle domande sulla sua zampetta... Non mi ascoltava, continuava a guardare il cielo! Così, se vieni a casa mia, in una notte di luna, rischi di trovare le formiche supine, con la testa sull’erba, piene di meraviglia e di gioia mentre contemplano la luna».

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