N. 40 2014 5 ottobre 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Io leggo la Bibbia, perché non lo fai anche tu?

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Mariella Nava

L’amore è in ogni stretta di mano

La cantautrice ha preparato il tema musicale per la serata Passo dopo passo. «La Bibbia ci dice come affrontare la vita: amando e rispettando gli altri»

 

Mariella Nava

Foto Carlesi / FOTOGRAMMA

Nelle sue canzoni ha sempre dato spazio a cuore e valori. Chi meglio di lei poteva scrivere il tema musicale della serata Passo dopo passo organizzata dal Gruppo editoriale San Paolo per il 5 ottobre in piazza Santa Maria in Trastevere a Roma? Così Mariella Nava, 54 anni, ha composto Written, che significa «ciò che è stato scritto».

Mariella Nava, cosa vuole trasmettere con questo motivo musicale?

«Vorrei trasmettere l’intensità di ogni verso della Scrittura. Quel linguaggio che sembra così distante, remoto, in realtà ci parla ancora».

È passato molto tempo da quando è stata scritta... come fa la Bibbia a parlare ancora all’uomo?

«Le esigenze dell’animo sono rimaste le stesse: noi non siamo fuori dalla storia raccontata nella Bibbia, ne siamo la continuazione. Ad esempio la storia del popolo di Israele dice tante cose sulle tensioni in Medio Oriente. Il passaggio degli ebrei nel mar Rosso mi ricorda il dramma dei migranti che oggi attraversano il Mediterraneo».

Qual è la bellezza del leggere la Bibbia?

«Quando le soluzioni a tavolino non sembrano utili, la Bibbia può dare un indirizzo per uscire dalle crisi: la strada si trova nell’amore e nell’accettazione dell’altro».

Qual è il suo primo ricordo legato alle Scritture?

«A Taranto, nella mia città, si facevano delle gare di catechismo: studiavamo a memoria i personaggi e i passi della Bibbia, poi ci interrogavano davanti all’arcivescovo, che all’epoca era Guglielmo Motolese. Visto che in premio c’erano le medaglie e io volevo quella d’oro, studiai la Bibbia il più possibile».

E vinse?

«Certo! La medaglia la conservo ancora».

Quali sono i personaggi biblici che più le piacciono?

«Le donne, per la loro forza. Sara, Rachele e le altre seppero stare accanto ai loro uomini anche nelle avversità. Penso anche a chi ha partorito in tarda età – tema quanto mai attuale – come Elisabetta. Tante donne della Bibbia hanno difeso i propri principi con grande forza».

Conosce bene la Bibbia, la legge spesso?

«Sì, penso che abbiamo un tesoro sotto mano ma non ce ne accorgiamo. A volte sento dire delle frasi che mi sembra di conoscere e così mi piace andare a ritrovare lo stesso concetto nella Bibbia. Controllo on line, cerco il passo e leggo le note. Poi, quando devo affrontare qualcosa di difficile, accostarmi alle Scritture mi dà forza».

Quanta fede c’è nelle sue canzoni?

«Essendo credente, tanti testi sono in qualche modo ispirati o collegabili alla fede. Penso ad esempio a canzoni come E luce fu o a Ecce homo, in cui riprendo un versetto biblico per poi parlare della nostra condizione umana».

Conosce la sua “collega” suor Cristina Scuccia, vincitrice del talent musicale The Voice?

«Certo, ho anche guardato la finale! Mi è piaciuta quando, al termine della puntata, ha invitato tutti a recitare il Padre nostro. Tanti si sono indignati, io invece mi sono chiesta che differenza ci fosse fra un Padre nostro e un Hallelujah cantato da Leonard Cohen, che non scandalizza nessuno. Il Padre nostro ha fatto scalpore però è la preghiera più vera, quella che ci ha insegnato Gesù. Tra l’altro parla di debiti come oggi noi parliamo di spread!».

Se le dico “Francesco”, cosa le viene in mente?

«Due figure potentissime, due fari. Una è san Francesco d’Assisi, mi affascina il suo aver abbandonato lo sfarzo preferendo la natura: mi sembra che abbia molto da dire soprattutto a coloro che, sempre più numerosi, partono a piedi per pellegrinaggi. L’altra è il nostro Papa, simpatico ma non buonista. Bergoglio ci insegna il coraggio della bontà: essere buoni è diventato quasi una stranezza, davanti alla gentilezza tanti diventano sospettosi, hanno paura che sotto si nasconda qualcosa d’altro».

Dimostra tanta stima per Bergoglio. Se avesse la possibilità di parlare a tu per tu con lui, che cosa gli direbbe?

«L’ho già fatto! Il giorno di san Valentino, in San Pietro, Francesco raccontò che alle coppie chiede sempre “chi sopporta chi?”. Ero con mio marito Massimo Germani, gli dissi che Massimo sopporta me e io lo amo: abbiamo riso insieme».

Tanti dicono di lei che è un esempio di generosità. Lei come si definirebbe?

«Mi sforzo di essere coerente, cerco di imparare da tutti, giovani e anziani, esordienti e veterani. La mia prerogativa è ascoltare gli altri».

Questo atteggiamento l’ha premiata nella vita?

«Direi di sì. Pur lavorando nel mondo dello spettacolo, sono riuscita a stare con i piedi per terra».

Ha sacerdoti o suore fra i suoi amici?

«Vivendo a Mentana, una cittadina alle porte di Roma per niente frenetica, ho spesso occasione di parlare con i sacerdoti della parrocchia. Recentemente mi è capitato di confrontarmi sul dialogo interreligioso e la vocazione».

Quale significato ha per lei il cantare?

«Mi serve per trasmettere valori, so che i pensieri che scriviamo e cantiamo possono dare tanta forza a chi li ascolta. Per quanto mi riguarda, Il cielo di Renato Zero è una delle canzoni che più mi hanno fatto riflettere. E poi tanti altri testi: di Fossati, De Gregori...».

Come era la sua famiglia di origine?

«Ho avuto una famiglia unita e genitori sempre vicini che, a me e ai miei fratelli, hanno insegnato il rispetto. Hanno cercato di non farci vivere le tensioni che, come in ogni coppia, nascevano fra di loro. Non è un caso se oggi faccio fatica a litigare: non sono proprio abituata».

E quella di oggi?

«Sono sposata con Massimo dal 2003».

Guardando al passato, ha rimpianti?

«Non abbiamo avuto figli. Ci siamo incontrati avanti nel tempo e non ho mai voluto forzare, lasciando che il Cielo decidesse. In realtà però non è un rimpianto, sono serena, lo vivo come un elemento che fa parte della mia storia. E comunque la vita poi ti mette in pari, ti dà altri ruoli e altri cammini».

Che cosa desidera per il futuro?

«Essere serena e continuare a scrivere canzoni utili, che possano dare pillole di felicità. Canterò sempre l’amore, quello semplice che si trova in ogni stretta di mano».

Testo di Mariella Nava

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