N. 44 - 2019 3 novembre 2019
PARLIAMONE INSIEME di don Antonio Rizzolo

Una rivista per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo

A partire da questo numero Credere riparte con nuove rubriche e una nuova grafica: un settimanale che vuole essere al servizio…

Novità editoriali

Credere, quando la fede risponde alla vita

Da giovedì 31 ottobre il nostro settimanale esce con una veste e dei contenuti del tutto nuovi. «Grafica e firme nuove per…

Simone Cristicchi

«Sono un credente fuori catalogo»

Una vita segnata dalla perdita del padre e il rischio di chiudersi in se stesso. Poi la rinascita grazie all’arte e alla…

Chiedilo a Credere

Perché la morte ci appare intollerabile?

Il teologo Robert Cheaib risponde a un genitore che ha perso il suo bambino e sente la sua fede vacillare

San Galgano

L'abbazia della spada nella roccia

Nulla a che vedere con Re Artù: l'arma del cavaliere Galgano infissa nel terreno dell’eremo di Montesiepi, nella campagna…

Santi per il mondo di oggi di Enzo Romeo

San Cristoforo, tutto il mondo sulle spalle

La sua storia, condita da narrazioni leggendarie, suggerisce che con l’avvento di Cristo l’uomo si sente responsabile di…

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Santi per il mondo di oggi di Enzo Romeo

San Cristoforo, tutto il mondo sulle spalle

La sua storia, condita da narrazioni leggendarie, suggerisce che con l’avvento di Cristo l’uomo si sente responsabile di tutto il creato, non solo del proprio orticello

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Con questa rubrica proviamo a far scendere i santi dagli altari, dove a volte li teniamo prigionieri. I santi sono uomini e donne in carne e ossa, non santini. La loro vita ha molto da dire alla nostra, nel qui e ora della storia. Se ci facessimo accompagnare da loro, almeno per un tratto del nostro cammino, il viaggio diverrebbe più bello o magari ci farebbe approdare ad altre mete, inaspettate e appassionanti. Cominciamo con Cristoforo, che significa «colui che porta Cristo». La leggenda parla di un gigantesco e burbero traghettatore di un fiume della Licia, nell’attuale Turchia. Quando un bambino gli chiese di portarlo sull’altra sponda, Cristoforo faticò a reggerlo. Quel fanciullo era Gesù e le spalle di Cristoforo non si erano caricate solo il peso di un esile corpicino, ma del mondo intero. L’omone si convertì, ricevette il Battesimo e testimoniò la propria fede fino al martirio, a metà del III secolo. La vicenda di san Cristoforo – reso celebre in Occidente dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine (secolo XIII) – suggerisce che con l’avvento di Cristo l’uomo si sente responsabile di tutto il creato, non solo del proprio orticello. È stato questo il messaggio del Sinodo sull’Amazzonia, lontana da noi eppure paradigma delle sfide più urgenti che abbiamo davanti. Quella ecologica, innanzi tutto, con l’impellenza di custodire la «casa comune». E quella pastorale, declinando l’annuncio di salvezza nel rispetto della cultura originaria dei popoli indigeni. Nel Medioevo san Cristoforo fu associato al mito dei cinocefali, creature mitologiche e mostruose che incarnavano la paura del diverso. Nel ciclopico passatore, però, lo status morale si rovescia totalmente fino all’affermazione della sua santità. Quante volte consideriamo chi non rientra nel nostro modello di civiltà – vedi, appunto, le tribù amazzoniche – come dei cinocefali? Solo quando i pregiudizi si sciolgono, l’altro con le sue peculiarità è visto finalmente quale parte della creazione di Dio. Lui chiama tutti alla santità, sia quelli in doppiopetto, sia chi porta le penne in testa.

llustrazione di Emanuele Fucecchi

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