N. 45 - 2015 8 novembre 2015
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Una mia compagna è anoressica, che cosa posso fare?

Angela, una nostra compagna di classe, ha iniziato a dimagrire. Prima poco, poi sempre di più, tanto che ci siamo allarmati.…

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I figli ci chiedono

Una mia compagna è anoressica, che cosa posso fare?

Angela, una nostra compagna di classe, ha iniziato a dimagrire. Prima poco, poi sempre di più, tanto che ci siamo allarmati. Un giorno che Angela non era a scuola, ne abbiamo parlato con la prof di Lettere. Ci ha detto che soffre di anoressia. Siamo molto preoccupati.

 

Anoressia

 

L’anoressia è un disturbo alimentare. Può iniziare per caso, banalmente. Una persona si vede troppo grassa, inizia una dieta, magari facendo le cose di testa propria, e a un determinato momento entra nel circolo vizioso di questo problema.

Essere anoressici significa rifiutare il cibo. C’è chi si riduce a mangiare talmente poco che in una giornata ingurgita una sola mela, che gli è sufficiente per colazione, pranzo e cena. Chi ci è passato dice che la prima molla che spinge a fare così non è il desiderio di avere un corpo da modella, ma di avere il controllo di ogni ambito della vita, perché chi soffre di questo disturbo spesso ha la mania dell’ordine, non accetta il caos, ha delle fissazioni, nei cassetti ripone gli oggetti messi meticolosamente a posto.

In una prima fase della malattia, la persona colpita prova un sentimento di esaltazione e di felicità, per questo è così difficile riconoscerla. Poi, trascorso questo stadio, la persona può diventare intrattabile, ingestibile, anche aggressiva verbalmente, perché si spaventa. Prima pensava di poter governare la situazione, poi scopre che è la malattia a dominarla e si ribella. Prima o poi le forze vengono a mancare e ci si sente molto male.

Cosa si può fare?

Gli amici possono essere fondamentali nell’osservare certi comportamenti che all’inizio possono sembrare solo bizzarri, poi via via che passano le settimane appaiono sempre più incoerenti. Ma quando il gioco è fatto e non si è riusciti a prevenire o a bloccare in tempo il disturbo, l’arma vincente è la comprensione. Il mio consiglio è questo: cercate di stare vicini alla vostra compagna, non isolatela, accettate il fatto che il suo corpo e il suo carattere si siano modificati, abbiate pazienza con le sue reazioni. E a ogni cambiamento sospetto, avvertite subito gli adulti, siano essi gli insegnanti o i genitori. È importante restare uniti e formare una squadra di sostegno. La vostra classe può essere un supporto fondamentale, un pronto intervento per ogni SOS.

Ma noi siamo troppo giovani e inesperti, solo gli adulti possono intervenire nel modo giusto con Angela.

Non sono d’accordo. C’è sempre una possibilità di riuscita, un passo migliore che la tua gamba può compiere. Essere cristiani significa anche credere in questo, avere fiducia nell’uomo, per quanto giovane possa essere, e sperare nella sua possibilità di diventare una persona migliore, anche quando pare che tutto vada nel verso opposto. Perché Dio per primo non smette di offrire a tutti una nuova possibilità. Vive nel tempo della pazienza con noi e della fiducia in noi. E se lo fa lui che ci conosce così intimamente, allora vuol dire che ne vale la pena.

Certo, ci vorrà del tempo e tutta la vostra pazienza con Angela, ma se le farete capire che lei è importante per quel che è, e che può diventare una persona valida da cercare, piuttosto che una ragazza bella da guardare, avrete già compiuto un miracolo. Ci vorrà il tempo che ci vorrà, ma alla fine tutti vinceranno, perché la buona notizia è che da questa malattia si può guarire. Anche se occorre vigilare sempre e rivolgersi alle persone giuste.

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