N. 46 - 2015 15 novembre 2015
INSIEME di don Antonio Rizzolo

La fede cristiana si annuncia con la vita piuttosto che con le parole

Anna Mei, protagonista della storia di copertina, ci incoraggia a credere ancora nel bene, in un amore senza secondi fini.…

Anna Mei

La fatica e la fede nel mio record per i bambini farfalla

Ha pedalato ininterrottamente per oltre 35 ore abbattendo il muro dei mille chilometri. Obiettivo: sostenere chi soffre di…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

La fede cristiana si annuncia con la vita piuttosto che con le parole

Anna Mei, protagonista della storia di copertina, ci incoraggia  a credere ancora nel bene, in un amore senza secondi fini. a vivere ogni giorno il Vangelo

Cari amici lettori, la storia di copertina di questo numero è davvero straordinaria. Anna Mei è una maestra elementare, ma anche una ciclista non professionista. E pochi giorni fa ha battuto un record incredibile: mille chilometri in 35 ore, 11 minuti e 6 secondi, record mondiale di permanenza su pista. A me viene male solo a pensarci: più di 35 ore di pedalata all’interno di un circuito! Non è solo questione di muscoli, ma anche di concentrazione, di forza di volontà. Ma cosa c’entra tutto questo con la fede? Anna è una cattolica convinta, prega durante le gare, è molto devota di Maria. E da qualche anno dedica la sua attività sportiva a una sola causa, quella dei cosiddetti «bambini farfalla», affetti da una malattia genetica rara che rende la loro pelle fragilissima. «La fatica fisica riesco a vincerla pensando al dolore che ogni giorno devono sopportare questi bimbi», confida Anna. «Portano la loro croce sulle spalle con una tale dignità e forza di vivere: sono anime sensibili capaci di elevarsi sempre più vicino a Dio».

Anna è una donna di poche parole, la fede preferisce dimostrarla con i fatti. E ha una grande fiducia negli esseri umani. «A volte», afferma, «si fa fatica a credere che esista il bene fatto senza secondi fini. Eppure siamo in tanti a prenderci cura dell’altro». È un grande incoraggiamento per tutti noi, soprattutto in questo periodo in cui sono emersi tanti scandali nella Chiesa: non scoraggiamoci, esiste ancora il bene, ce n’è tanto là fuori, e anche dentro di noi. La storia di Anna mi fa venire in mente una riflessione di Kierkegaard, secondo il quale il vero predicatore del Vangelo non ha bisogno di parole, perché è la sua vita che parla. A volte purtroppo succede il contrario: «Nella splendida chiesa del castello si presenta un pomposo predicatore di corte, l’eletto del pubblico colto, e davanti a una schiera di aristocratici e intellettuali, commenta con unzione queste parole dell’Apostolo: “Dio ha scelto le cose umili e spregevoli” (1Corinzi 1,28). E a nessuno viene da ridere!».

Cari amici, concludo accennando a un altro articolo di questo numero, dedicato a Tony Pagliuca, tra gli autori del nuovo cd dedicato a papa Francesco: Wake up! (Svegliatevi!). Pagliuca è stato tastierista delle Orme, il mio gruppo musicale preferito fin dagli anni Settanta. E mi piace finire citando una loro canzone. A volte è difficile trovare «la forza di sorridere, la forza di lottare». Ma poi basta alzare gli occhi, «uno sguardo verso il cielo», perché è lì che «brilla la tua luce».

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