Misericordia e dialogo, la vera risposta alla violenza e all’odio
Le recenti stragi terroristiche non fermeranno il Giubileo. Sarebbe cedere alla paura e restare ostaggio del male. Preghiamo…
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Misericordia e dialogo, la vera risposta alla violenza e all’odio
Le recenti stragi terroristiche non fermeranno il Giubileo. Sarebbe cedere alla paura e restare ostaggio del male. Preghiamo per tutti e reagiamo con la forza dell’amore
Cari amici lettori, in quest’ora triste in cui il mondo è sotto l’attacco dei terroristi, non possiamo lasciarci vincere dalla paura e dall’odio. Penso alla strage a Parigi, ma anche ai 224 morti nell’aereo russo abbattuto sul Sinai e a tutte le violenze imputabili all’Isis. Papa Francesco ha espresso a caldo lo sgomento di tutti noi in un’intervista a Tv2000: «Sono commosso e addolorato e non capisco… ma queste cose sono difficili da capire, fatte da esseri umani. Per questo sono commosso e addolorato e prego».
Come possiamo reagire? Non certo con l’odio, il rancore, la violenza. Né soccombendo all’angoscia. Alcuni vorrebbero fermare anche il Giubileo della misericordia, per evitare rischi. Ma, come ha detto il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, «non è tempo di rinunciare al Giubileo o di averne paura. Ne abbiamo più bisogno che mai». Infatti, se ci lasciamo spaventare, i terroristi hanno raggiunto il loro primo obiettivo: incutere terrore. Bisogna sì essere prudenti, ma la fiducia, la ricerca della pace, del dialogo, la misericordia sono la vera risposta al male. Giovanni Paolo II diceva, anzi, che «il messaggio della misericordia era stato la grande risposta di Dio e dei credenti nel tempo oscuro e orribile della Seconda guerra mondiale, dei massacri operati dai totalitarismi, della diffusione dell’odio fra i popoli e le persone». Anche monsignor Rino Fisichella, al quale papa Francesco ha affidato l’organizzazione del Giubileo, è convinto che non ci si debba fermare. Anzi, ha affermato, «davanti a fatti come quelli di Parigi, se il Giubileo non fosse stato programmato bisognava indirlo ad hoc».
Non scoraggiamoci, allora, cari amici, rispondiamo alla violenza dell’odio con l’umiltà dell’amore. Ce lo ha ricordato ancora papa Francesco nell’importante discorso tenuto a Firenze durante il Convegno della Chiesa italiana. Un testo da meditare con grande attenzione e di cui vi presentiamo un’ampia sintesi nel dossier centrale. Sottolineando come la via che il Signore ci indica sempre è quella della relazione, del dialogo, Francesco ha usato espressioni molto efficaci: «Dialogare non è negoziare. Negoziare è cercare di ricavare la propria “fetta” della torta comune. Ma è cercare il bene comune per tutti». E ancora: «Ricordatevi che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà». La risposta più bella anche alla violenza di questi giorni.