N. 48 - 2015 29 novembre 2015
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Francesco in terra d’Africa, pellegrino d’amore, di perdono e di pace

Siamo vicini al papa e preghiamo per lui, affinché la sua visita apostolica e l’apertura della porta santa a Bangui siano…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Francesco in terra d’Africa, pellegrino d’amore, di perdono e di pace

Siamo vicini al papa e preghiamo per lui, affinché la sua visita apostolica e l’apertura della porta santa a Bangui siano segno di riconciliazione

Cari amici lettori, vi invito a pregare ancor più del solito per il nostro papa Francesco. Mentre scrivo siamo alla vigilia del suo viaggio apostolico in Africa, che toccherà il Kenya, l’Uganda e il Centrafrica. Molti temono per la sua sicurezza, in particolare all’indomani dei violenti fatti di Parigi. In realtà in questi Paesi, soprattutto nella Repubblica Centrafricana, i problemi sono di più lunga data. E, come spesso accade, dietro motivi religiosi si celano grandi interessi economici. Francesco però non sembra preoccupato per se stesso. All’Angelus di domenica scorsa ha ricordato in questo modo i motivi della sua visita: «Chiedo a tutti di voi di pregare affinché questo viaggio sia per questi fratelli e per me un segno di vicinanza e di amore». E ha aggiunto; «Preghiamo la Madonna perché ci sia pace e prosperità in queste care terre».

Lo spunto glielo ha dato la solennità di Cristo Re che si stava celebrando. «Di fronte alle tante lacerazioni nel mondo e alle troppe ferite nella carne degli uomini», ha detto il Papa, «chiediamo alla Vergine Maria di sostenerci nel nostro impegno di imitare Gesù, nostro Re, rendendo presente il suo Regno con gesti di tenerezza, di comprensione e di misericordia». Ecco il punto, ecco l’unico modo per un’inversione di tendenza rispetto alla logica della violenza, dell’odio, delle armi, degli interessi economici che calpestano la dignità delle persone: la misericordia. Che significa lavorare per la giustizia e insieme per la riconciliazione, cercare ciò che unisce e conduce al perdono, al bene, alla pace.

Non è un caso che Francesco abbia deciso, contro ogni consuetudine, di aprire in anteprima la prima Porta santa del Giubileo proprio in Centrafrica, nella capitale Bangui. Speriamo che ci riesca davvero. È il segno che l’annuncio del Vangelo della misericordia viene prima di tutto e vale in particolare per i luoghi dove maggiore è la sofferenza, dove i conflitti sembrano inestricabili, dove i cuori appaiono più induriti. Questo gesto del Papa è un simbolo del suo pontificato, tutto all’insegna della misericordia, come testimonia anche il Giubileo straordinario che sta per iniziare. D’altra parte «Pontefice» significa costruttore di ponti, colui che unisce superando ogni divisione.

Cari amici, preghiamo per il Papa in questi giorni della sua visita in terra d’Africa e chiediamo al Signore di essere anche noi, nella nostra vita quotidiana, segno di riconciliazione e di pace.

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