Credere n. 5 - 01/02/2015
La forza rivoluzionaria della tenerezza
Cari amici lettori, questa domenica, 1° febbraio, la Chiesa italiana celebra la Giornata per la vita...
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Insieme di don Antonio Rizzolo
La forza rivoluzionaria della tenerezza
Cari amici lettori, questa domenica, 1° febbraio, la Chiesa italiana celebra la Giornata per la vita. Ne parliamo, in particolare, nell’intervista a Giuseppe Anzani, del Movimento per la vita, a pag. 48. Ma come sempre la nostra rivista, attraverso le storie che racconta e le testimonianze che presenta, parla della vita, della bellezza di questo dono di Dio. Vivere è bello, anche se a volte è difficile, faticoso, doloroso.
Il tema proposto dai vescovi italiani per la Giornata di quest’anno è Solidali per la vita. Non si tratta soltanto di riconoscere come «il triste fenomeno dell’aborto» sia una delle cause del «preoccupante declino demografico che stiamo vivendo», tanto che viene da chiedersi «a quali figli lasceremo il mondo», ma anche di aprire il cuore e la mente alla solidarietà, alla tenerezza. I vescovi, nel loro messaggio per la Giornata di quest’anno, invitano perciò ad assecondare il vivo desiderio di avere un figlio, senza farlo diventare una pretesa, ma cominciando a prendersi cura dei bambini già nati e in stato di abbandono. Si tratta di facilitare i percorsi di adozione e di affido, di aprirsi a nuove forme di generosità, come una famiglia che adotta una famiglia, di essere solidali con la vita anche di fronte ai nuovi flussi migratori, attraverso l’accoglienza e l’aiuto concreto.
Una parola, in particolare, mi ha colpito nel messaggio dei vescovi: tenerezza. È una forza rivoluzionaria, come ha scritto papa Francesco nell’esortazione Evangelii gaudium. La si sperimenta in modo particolare nella carne di un figlio, quando una famiglia si apre ad accogliere una nuova creatura. Allora nella casa risplende «un bagliore nuovo non solo per la famiglia, ma per l’intera società». Sì, un figlio fa nascere questo sentimento semplice e forte nello stesso tempo, la tenerezza, che ci fa comprendere il cuore di Dio, il suo amore viscerale, materno, verso ciascuno di noi. Un amore pieno di commozione e di affetto, talmente rispettoso da lasciarci realmente liberi, ma senza mai abbandonarci o dimenticarci. Fra poco più di un mese nascerà il mio quarto nipotino e posso testimoniare come non solo i genitori, ma tutti – familiari, vicini, conoscenti – si rallegrino per una nuova vita che nasce. Tutti sentiamo crescere almeno un po’ la fiducia, il coraggio, la speranza, la gioia. Mi auguro che tanti di voi, cari lettori, possano sperimentare questi sentimenti e aderire alla «rivoluzione della tenerezza».