N. 50 2014 14 dicembre 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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Ite, Missa est | Enzo Romeo

Il boia e l’arcangelo

Illustrazione di Emanuele Fucecchi Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Quante volte ci è toccato assistere in questi mesi alla tragica pantomima delle decapitazioni nel deserto. L’uomo vestito di nero, con la foggia beduina, poggia la mano sulla spalla della vittima e snocciola le colpe dell’Occidente. Poi affonda il coltello e il rito è compiuto. Messa in scena tanto drammatica quanto surreale, se si pensa che il boia è un giovane cresciuto a Londra, figlio di quella società che odia e vuol distruggere, di un mondo smarrito eppure dove compassione e tolleranza si avvertono ancora, come un’eco che giunge da lontano alle coscienze.

Il 29 dicembre 1935, Antoine de Saint-Exupéry precipitò insieme al meccanico Prévot nel deserto cirenaico durante il raid aereo Parigi-Saigon. Tre giorni dopo fu salvato da un beduino (autentico, questa volta). Lo scrittore-pilota, ormai privo d’acqua e di cibo, si stava disponendo alla morte. Quel povero nomade gli apparve «come un dio sul mare» e posò sulle sue spalle «delle mani da arcangelo». Saint-Exupéry lo celebrò in Terre des hommes con alcune righe che somigliano a un’ode: «Sei l’Uomo, e mi appari col volto di tutti gli uomini insieme. Non ci hai nemmeno guardati in faccia e ci hai già riconosciuti. Sei il fratello benamato. E, a mia volta, ti riconoscerò in tutti gli uomini».

Questa è la rotta per non naufragare nell’oceano di orrore alimentato dalle cronache internazionali: i jihadisti dell’Isis che riducono in schiavitù chi non abiura la propria fede; gli shabaab che in Kenya uccidono indiscriminatamente gli «infedeli»; i miliziani di Boko Haram che rapiscono le studentesse; i mercanti di uomini che abbandonano i profughi nel Sahel… Chi si ostina a fomentare la lotta tra civiltà dimentica che chiunque può smarrirsi e perire nelle terre aride di cui abbonda la nostra epoca globalizzata. E allora, come fu per Saint-Exupéry tra le dune della Libia o per il viandante della parabola del buon samaritano nel deserto di Giuda, a ogni uomo dovrebbero toccare in sorte mani d’arcangelo, mai le lame di un boia.

 

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