N. 51 2014 21 dicembre 2014
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Torniamo alla fede semplice e gioiosa di Betlemme

Cari amici, tra pochi giorni è Natale. Vogliamo vivere insieme questo momento fondamentale dell’anno liturgico, presentandovi…

Il personaggio - Elisa Di Gati

«Mia figlia è meravigliosa, l’avessi “fatta io” non sarebbe così unica»

«Mia figlia è meravigliosa, l’avessi “fatta io” non sarebbe così unica»

Ite, Missa est | Emanuele Fant

L'inchino

C’è chi ha l’Audi, chi il Fiorino, io come automobile aziendale ho la Panda con la statua della Vergine sul tetto e la scritta…

Per una lettura completa...

Ite, Missa est | Emanuele Fant

L'inchino

Foto di Alberto Cattaneo/FotogrammaFoto di Alberto Cattaneo/Fotogramma

C’è chi ha l’Audi, chi il Fiorino, io come automobile aziendale ho la Panda con la statua della Vergine sul tetto e la scritta “Ave Maria” sul lunotto posteriore. Appartiene alla flotta in uso ai discepoli di fratel Ettore Boschini, inventore, tra le altre cose, di questa eccentrica forma di evangelizzazione a motore. Quando la guido, mi sento in dovere di dire almeno un rosario, o una coroncina se vado vicino. Se mi viene voglia di superare sul lato non consentito, o di provare lo stesso a passare con l’arancione, penso al pedone che mi sta osservando, e al danno che potrebbe riceverne la sua fiducia nelle istituzioni ecclesiali. Allora mi fermo, sorrido, e lo invito ad attraversare, come se rappresentassi le buone maniere dell’intera comunità cristiana.

«Ipocrita», mi sono detto l’altra sera, facendo pure finta di non sentire. «Dovresti esserlo sempre, così gentile. Non sono forse anche le tue membra mortali un veicolo della tua anima di cristiano?» (Quando mi faccio i rimproveri a mente uso un linguaggio aulico, per farmi sentire inferiore). «Deh! Emanuele! Perché non ti senti continuamente investito dello stesso dovere? Dovrei affrancarti col biadesivo una Madonnina sul cranio?».

Il mio io giudicante alle volte ha ragione. L’importanza del corpo è una cosa che non prendiamo sul serio. O meglio, crediamo di farlo, mettendoci a dieta, ma la questione non è che ci cadano o no i pantaloni. Con buona pace delle scienze teologiche, mi azzardo a dire che Dio ha pennellato ossa e vene intorno all’anima perché lei altrimenti, trasparente, faticava ad entrare in relazione. Senza il dono dell’aspetto ci bucheremmo vicendevolmente con lo sguardo, perdendo tante occasioni quanti sono gli esseri umani.

Ogni mattina dubitiamo che quello che ci appare nello specchio possa essere coinvolto nel processo della nostra redenzione. Siamo portati a separare zavorra e cose eteree. Ma il commovente inchino che il Mondo Superiore fa a Natale è una lezione.

 

 

Archivio

Vai