N. 51 - 2015 20 dicembre 2015
INSIEME di don Antonio Rizzolo

A Natale ci raggiunga la misericordia di Dio, che ci dona il perdono e la salvezza

In questo Giubileo straordinario il mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio acquista un significato speciale. È un invito…

I due Papi

L’abbraccio della Misericordia

Il saluto tra Francesco e Benedetto prima dell’apertura della Porta santa diventa subito un’icona di questo Giubileo. Il…

L'Anno santo nel mondo

Il Giubileo visto dalle periferie

Dalle grandi cattedrali alle cappelle nei campi profughi. L’Anno santo delle 10.000 Porte.

Ite, Missa est di Emanuele Fant

Appassionati di storie, meno di prolusioni

Dopo due mesi dal convegno ecclesiale ho trovato il souvenir anche per il Natale: il Dio-uomo, che ci salva dalle astrazioni.

Per una lettura completa...

L'Anno santo nel mondo

Il Giubileo visto dalle periferie

Dalle grandi cattedrali alle cappelle nei campi profughi. L’Anno santo delle 10.000 Porte.

Angelo Scola apre la Porta santa del Duomo di Milano

Il cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola apre la Porta santa del Duomo di Milano.

Nel giorno in cui Francesco, il vescovo di Roma, ha aperto la Porta della misericordia nella “sua” cattedrale di San Giovanni in Laterano, in tutto il mondo ha preso il via il Giubileo “delle periferie”. Perché il Papa ha voluto un Anno santo non incentrato solo su Roma ma declinato nelle molteplici tradizioni locali delle «Chiese particolari» nei cinque continenti, dando la facoltà a tutti i vescovi di aprire una o più porte nelle 2.989 diocesi perché la misericordia «a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona».

L’esito è un Giubileo talmente decentrato che nemmeno in Vaticano sanno dare un numero preciso di quante siano le Porte sante spalancate nel mondo. Ma la stima è che si aggirino intorno alle 10 mila. Ci sono Porte sante in tutte le cattedrali, da quelle millenarie e meravigliose delle antiche sedi vescovili europee a quelle povere ma ricche di fede nelle terre di missione, senza dimenticare i luoghi di sofferenza e di guerra, come la prima Porta santa, aperta di persona da Francesco in Repubblica centrafricana con 10 giorni di anticipo, e quella tra i profughi del Kurdistan minacciati dall’Isis.

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