N. 51 - 2015 20 dicembre 2015
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Ite, Missa est di Emanuele Fant

Appassionati di storie, meno di prolusioni

Dopo due mesi dal convegno ecclesiale ho trovato il souvenir anche per il Natale: il Dio-uomo, che ci salva dalle astrazioni.

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Ite, Missa est di Emanuele Fant

Appassionati di storie, meno di prolusioni

Dopo due mesi dal convegno ecclesiale ho trovato il souvenir anche per il Natale: il Dio-uomo, che ci salva dalle astrazioni.

Ite, Missa est

Firenze, 10 novembre 2015. Ore sei del mattino. Secondo giorno di Convegno ecclesiale. Non ho fatto colazione per prendere un posto buono e vedere il Papa da vicino. Più tardi sgomiteremo per farci fotografare con lui perché, pure con la funzione panoramica, nei selfie non ci sta un’istituzione, ci vuole un volto di persona.

Siedo in Santa Maria del Fiore nelle panche appena dietro a quelle riservate ai cardinali. Mi mette di buon umore la Madonna col bambino esposta vicino all’altare: il piccolo usa il velo come copertina e aggrappa la mano al colletto della mamma, forse è intimorito da tante persone. Mi commuove perché quel gesto l’ho visto fare ai miei figli, quindi è vero.

Ho tempo per ripensare ai discorsi introduttivi ascoltati ieri: per quale motivo le inquadrature dei maxischermi svelavano gli sbadigli degli ascoltatori? Con la testimonianza che apre la mattina, ho la spiegazione: un sacerdote albanese ci racconta di come si è salvato dopo una dolorosa fuga sui barconi. Dondoliamo appesi alla sua vita come a un filo. Siamo bambini: appassionati di storie, meno di prolusioni.

«Se non ci abbassiamo non vedremo Cristo, le nostre saranno solo belle parole intellettuali». Il Papa entra in cattedrale, e mira dritto all’obiettivo. Il rischio che corriamo col lavoro di sintesi, a cui saremo chiamati nei giorni successivi, è di riassumere sulla carta un popolo in cammino, perdendo, nella liofilizzazione, ogni traccia di umano.

È proprio vero: io, la Chiesa sinodale, l’ho incontrata ai tavoli dove mangiavamo, quando mi sono seduto per sbaglio con la diocesi di Latina, o mentre ammiravo suore multicolori in dialogo in cortile, frati e sacerdoti tutti in fila per il bagno, cardinali e catechiste a caccia insieme di un caffè.

Il mio souvenir del Convegno ecclesiale, io lo scarto a Natale, e ci sta tutto nel bigliettino: il Dio-uomo ha sopportato il prurito di una culla di paglia, l’assenza di termosifoni, per salvarci dalle astrazioni.

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