N. 6 2015 8 febbraio 2015
Sommario 6 - 2015

Credere n. 6 - 08/02/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

La sapienza del cuore, luce nel buio del dolore

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Insieme di don Antonio Rizzolo

La sapienza del cuore, luce nel buio del dolore

Cari amici lettori, mercoledì 11 febbraio, memoria della Madonna di Lourdes, celebriamo con tutta la Chiesa la Giornata del malato, istituita da san Giovanni Paolo II nel 1992. In questo numero vi offriamo diversi spunti per la preghiera e la riflessione e alcune testimonianze per giungere alla «sapienza del cuore» di cui parla il tema di quest’anno. Sia il dossier centrale che l’itinerario di fede riguardano Lourdes, «santuario della speranza» per tante persone. Due articoli sono poi dedicati a chi si prede cura dei sofferenti, come suor Luisa Borgese, che segue i malati di Aids, e Lorenzo Cuffini e la moglie Margherita, affetta da sclerosi multipla.

Il dolore, la sofferenza, la malattia, in verità, fanno parte della vita umana. Tutti ne siamo toccati. Per questo abbiamo tanto da imparare dalla Giornata del malato. Come ha scritto papa Francesco nell’enciclica Lumen fidei, «la fede non è luce che dissipa tutte le nostre tenebre, ma lampada che guida nella notte i nostri passi, e questo basta per il cammino». Noi cristiani sappiamo che la sofferenza «può ricevere un senso, può diventare atto di amore, affidamento alle mani di Dio che non ci abbandona e, in questo modo, essere una tappa di crescita della fede e dell’amore» (Lumen fidei 56).

I ragionamenti, però, non bastano. La «sapienza del cuore» è un dono dello Spirito da invocare nella preghiera e testimoniare con la vita. Come scrive il Papa nel suo Messaggio, «sapienza del cuore è servire il fratello, stare con lui, uscire da se stessi, essere solidali col fratello senza giudicarlo». Francesco usa parole forti, per destare le nostre coscienze. «Chiediamo con viva fede allo Spirito Santo», scrive, «che ci doni la grazia di comprendere il valore dell’accompagnamento, tante volte silenzioso, che ci porta a dedicare tempo a queste sorelle e a questi fratelli, i quali, grazie alla nostra vicinanza e al nostro affetto, si sentono più amati e confortati». E aggiunge: «Quale grande menzogna invece si nasconde dietro certe espressioni che insistono tanto sulla “qualità della vita”, per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di essere vissute!».

Cari amici, uniamoci in preghiera con tutti i malati. Senza dimenticare chi soffre perché ridotto in schiavitù: l’8 febbraio, infatti, si celebra la prima Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani. Un crimine orrendo, in cui le vittime sono sfruttate per sesso, lavoro forzato, adozioni illegali, accattonaggio ed espianto d’organi.

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