N. 6 2015 8 febbraio 2015
Sommario 6 - 2015

Credere n. 6 - 08/02/2015

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La storia di copertina | Chiara Galiazzo

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La storia di copertina | Chiara Galiazzo

Sono i sogni che fanno straordinaria la mia vita

Chiara Galiazzo torna a Sanremo con il brano Straordinario.  Il bello dell’esistenza? «Continuare a cercare il proprio posto nel mondo, senza farsi abbagliare dal successo».

 

La sua voce è chiara come il suo nome. Solo qualche colpo di tosse interrompe le sue parole dall’accento padovano, ma non disturba l’entusiasmo con cui risponde a ogni singola domanda. Lei è Chiara Galiazzo, che nel 2012 si è fatta conoscere vincendo la sesta edizione di X Factor. Il successo è arrivato tutto in un colpo: un contratto discografico con la Sony, il Festival di Sanremo, album e concerti. La giovane cantante ha conquistato tutti con voce e semplicità, quella che la fa arrivare al cuore delle persone e che sa trasmettere ogni volta che canta.

Come ti senti alla vigilia del tuo secondo Sanremo?

«Bene! Sanremo è sempre un traguardo e sono contenta di esserci. Questa volta sono consapevole di cosa sia, ma ci sarà comunque tanta emozione. Voglio divertirmi e viverlo pienamente».

Straordinario s’intitola la canzone che presenterai. Perché hai scelto questo brano?

«Straordinario per me significa mettermi in gioco. Per interpretarla nel migliore dei modi era importante essere pronta non solo artisticamente ma anche personalmente. È il percorso di una vita in cui, a volte, con l’amore ci si fa anche male, ma si continua a viaggiarci insieme. Io la canterò e spero che, un giorno, qualcuno me la dedicherà».

Ma che cos’è “straordinario” per Chiara?

«Per me straordinario è nascere con un sogno e una passione. È un grande dono, perché le passioni e i sogni ti salvano da tante cose».

Ti chiami Chiara e tuo papà Francesco.

«Abbiamo sempre simpatizzato per il fraticello di Assisi. Il fatto che parlasse con gli animali mi ha sempre affascinata: credo che sia una bel messaggio di rispetto per il Creato. Ma sono legata anche a sant’Antonio, patrono della mia città, Padova. Abbiamo una bellissima basilica dove vengono in pellegrinaggio da ogni luogo».

Quanto è presente la famiglia nella tua vita?

«Sempre! Presente ma non asfissiante: è questo l’aspetto che amo di più. Si preoccupano per me, ma sanno anche lasciarmi libera. Anche dopo il successo hanno continuato a trattarmi sempre e solo da figlia, senza parlare del mio lavoro. Oggi come ieri, se ho un problema o sono giù di morale, basta una telefonata alla mamma!».

Quanto conta per te la fede? Qual è stato il tuo percorso?

«Fin da bambina ho frequentato la parrocchia e cantavo anche nel coro della chiesa. Poi a un certo punto mi sono allontanata: volevo farmi domande e cercare risposte, mi serviva tempo per capire cosa fosse realmente, per me, la fede. Questa lontananza, però, è stata utile per far rinascere quel bisogno di spiritualità, spontaneo e non indotto. Ho dovuto aspettare che la fede fosse naturale per viverla veramente. E adesso sono in cammino».

La fede ti aiuta nei momenti difficili?

«Mi aiuta quando meno me l’aspetto. Nei momenti difficili penso che la fede non decidi di averla, ma ce l’hai».

Recentemente hai incontrato papa Francesco. Com’è andata?

«Io credo che chiunque, credente o no, si emozioni di fronte al Papa: è una figura carismatica che va al di là di tutto e lascia forti sensazioni, qualsiasi sia l’atteggiamento con cui ti poni di fronte a lui. Ovviamente, se credi, queste sensazioni sono più profonde. Papa Francesco, poi, si esprime come ogni essere umano, anche mostrando le sue debolezze. Tutti riusciamo a comprenderlo nella semplicità».

A dicembre hai cantato al Concerto di Natale a Roma. Quali ricordi conservi?

«La buona finalità di raccolta fondi per bambini che hanno bisogno d’aiuto, l’onore di poter condividere il palcoscenico con tanti artisti che alle loro spalle hanno una bella storia musicale, come Patti Smith, e l’aver conosciuto nuove persone».

Il 12 febbraio uscirà Un giorno di sole straordinario, una riedizione brillantinata, come dici tu, del tuo ultimo album. Quanto ti rappresenta?

«Mi rappresenta pienamente perché è stato un disco “meditato”: mi sono presa molto tempo per capire cosa dire e come dirlo. In un disco ci sono la tua personalità, le tue motivazioni, i tuoi momenti belli e brutti. Le canzoni sono pezzi di vita di te che racconti agli altri. E gli altri ci si riconoscono perché, probabilmente, hanno vissuto esperienze simili. Un disco è una condivisione».

La canzone Il rimedio la vita e la cura è un inno all’amore che segna tutto il tuo percorso.

«È la canzone con cui ho cominciato a svelare qualcosa di me. È stata il “rimedio” e la “cura” per cominciare a mostrarmi come sono. Affrontare me stessa, non da sola, ma insieme agli altri. L’idea che possiamo essere tutti una sola grande famiglia mi piace».

Ne L’esperienza dell’amore dici che l’amore arriva irruento, ma non possiamo farne a meno.

«Infatti! Tuttavia s’impara a gestirlo. Adesso io l’amore non lo vedo più come se mi sbattesse contro come un treno».

Il futuro che sarà comincia con «credo negli angeli...». Esistono per te gli angeli che proteggono e guidano?

«Sì! Più che dell’esistenza io parlerei delle percezioni che si avvertono dentro. Io sento di essere protetta e aiutata».

In Un giorno di sole parli di brutte parole in amore. A volte ci sono anche parole dei media che risultano spiacevoli. Ne sei mai stata ferita?

«Nessuna critica mi ha ferita profondamente. All’inizio restavo turbata perché prendevo tutto sul piano personale e mi chiedevo perché. Poi ho imparato a gestirle e a viverle con un certo distacco».

X Factor, Sanremo, il successo del primo album Un posto nel mondo. Come hai vissuto questo periodo travolgente?

«Quando ti capitano delle belle opportunità devi essere molto responsabile per non sprecarle: sprecarle, infatti, sarebbe molto peggio di non averle mai avute. L’importante non è quanto si venga travolti, ma piuttosto non perdere la prima grande motivazione: cantare. Non bisogna farsi abbagliare, ma neanche rabbuiare!»

E come ci si protegge?

«La protezione più grande è fare questo viaggio lucidi, restando così come sei partito: se cominci a pensare di non avere più bisogno di nessuno, vuol dire che stai andando fuori dai binari. E durante il viaggio conservare sempre la motivazione che ti ha spinto a partire».

Cosa consigli a chi, come te, sta cercando un posto nel mondo?

«Che il bello non è tanto trovarlo quel posto, quanto cercarlo. Non bisogna guardare sempre e solo all’obiettivo, ma vivere il durante. Forse quel posto lo troveremo, o non lo troveremo mai, o penseremo di averlo trovato quando in realtà siamo lontani anni luce. La vera bellezza è cercarlo».

 

Testo di Michele Casella

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