N. 7 2015 15 febbraio 2015
Sommario 7 - 2015

Credere n. 7 - 15/02/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

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Insieme di don Antonio Rizzolo

Annunciare Cristo agli uomini di oggi

Cari amici lettori, permettetemi questa settimana di dedicare questo breve spazio al nuovo superiore generale della Società San Paolo, la congregazione a cui appartengo, editrice della nostra rivista. Il suo nome è don Valdir José De Castro ed è brasiliano. È il primo successore non italiano del beato don Giacomo Alberione, anche se le sue origini da parte materna sono nel nostro Paese. Voglio augurargli, anche a nome di tutti voi, ogni bene e ogni grazia da parte del Signore, così che possa guidare la Società San Paolo, secondo la volontà di Dio, sulle nuove frontiere che si aprono per l’apostolato paolino. Le sue prime parole, appena eletto, sono state molto significative: «Voglio essere un fratello che cammina insieme a tutti, guardando specialmente a chi soffre e mirando in particolare al nostro apostolato. Se non viviamo bene insieme, la missione non va avanti. Abbiamo certamente molti problemi, ma dobbiamo avere grandi speranze e portare speranza ai nostri fratelli».

Don Valdir è stato eletto il 4 febbraio scorso, da parte del Capitolo generale della congregazione, riunito nella nostra casa di Ariccia, dedicata a Gesù divino Maestro, la stessa dove il Papa vivrà gli esercizi spirituali a partire dal 22 febbraio. Succede a don Silvio Sassi, morto improvvisamente nel settembre scorso. Sono convinto che il nuovo generale sarà capace di incarnare le caratteristiche indicate ai padri capitolari da monsignor José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per la vita consacrata: egli è un fratello tra fratelli per servire i fratelli, ascolta e obbedisce al Vangelo, è chiamato a impersonare e interpretare il carisma, è un fratello in discernimento che suscita discernimento. Per questo occorrono accoglienza, ascolto, empatia, considerazione positiva dell’altro, autenticità, attenzione a non manipolare e a non farsi manipolare, discernimento, confronto. Il superiore deve saper sempre offrire un orizzonte, essere presente e non delegare, deve unire all’amore la fermezza.

Certo, non è un compito facile. Chi può dirsi all’altezza di questo impegno? Chi può pensare di guidare al meglio una congregazione che ha come missione l’annuncio del Vangelo nel mondo complesso e frastagliato della comunicazione? Per questo assicuro a don Valdir, che conosco come persona umile e retta, oltre che dinamica e competente, la mia personale preghiera. Invito anche ciascuno di voi, cari amici lettori, a raccomandarlo al Signore, perché la San Paolo possa ancora testimoniare Cristo agli uomini di oggi con i mezzi di oggi.

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