N. 8 2015 22 febbraio 2015
Sommario 8 - 2015

Credere n. 8 - 22/02/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

Una Quaresima per riscoprire la logica del Vangelo

Cari amici lettori, è iniziato il tempo di Quaresima, che ci prepara come ogni anno a vivere la Pasqua, cuore dell’anno liturgico…

La storia di copertina | Giacomo Celentano

Giacomo Celentano, nel nome di quel Padre che è nei cieli

Il cantante e scrittore, figlio del “Molleggiato”, si svela: il difficile confronto con i genitori famosi, le crisi di panico,…

La testimonianza | Don Paolo Solidoro

Basta con i martiri degli sbarchi»

Don Paolo Solidoro, cappellano della Marina militare, partecipa alle azioni di salvataggio dei migranti in balìa del mare:…

Padre Bruno Secondin

In meditazione con Papa Francesco

L’anno scorso fu un parroco a predicare gli esercizi spirituali al Papa. Quest’anno sarà un religioso, il carmelitano padre…

Ite, missa est | Enzo Romeo

Nell’arena della vita

L’offensiva del fondamentalismo islamico sta ricreando nel mondo un clima da guerra fredda. Solo che non ci sono due blocchi…

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Ite, missa est | Enzo Romeo

Nell’arena della vita

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

L’offensiva del fondamentalismo islamico sta ricreando nel mondo un clima da guerra fredda. Solo che non ci sono due blocchi ben definiti che si contrappongono, ma reti molecolari contro coalizioni extranazionali, pseudo califfati contro popoli senza patria… Del resto, siamo nella società liquida, dove reale e virtuale si confondono, come nelle video esecuzioni postate dall’Isis. È la terza guerra mondiale a pezzi di cui ha parlato papa Francesco.

Ma c’è un dato comune col passato, che segna tutte le guerre della storia: le prime vittime sono i più deboli, a cominciare dalle minoranze. Nell’anomalo conflitto in corso questa categoria è rappresentata dai cristiani dei Paesi a maggioranza musulmana attraversati dall’onda integralista di stampo religioso. Cristiani che molto meglio di noi, credenti in pantofole, sanno cosa vuol dire la testimonianza: non far proseliti, ma annunciare il Vangelo con la propria vita, anzi farlo diventare vita. Da quest’altra parte, secoli di fede tranquillamente ereditata hanno fatto evaporare il profumo del sermone della montagna e dimenticare quel «beati i perseguitati per causa mia». La persecuzione di tanti nostri fratelli ci ricorda che la vera vita di fede non è soffice perbenismo ma lotta all’ultimo sangue. La vera fede non va a cercarsi i guai; sa però che i colpi duri prima o poi arriveranno e che ogni colpo ricevuto rafforza la certezza del Dio-con-noi. Questo è il paradosso, la metànoia, il totale capovolgimento di valori che compie chi aderisce a Cristo.

Il martirio a cui stiamo assistendo è una sveglia che ci fa aprire gli occhi e comprendere che non è debole la nostra fede ma è debole la nostra vita di fede, che abbiamo amputato o alterato. E che l’ateismo pratico di cui è impregnata la società è il frutto di questa debolezza. Devozionismo, moralismo, attivismo… Quanti “ismi” ci ingombrano. Discutiamo di Dio, non lo incarniamo; restiamo sul piano delle idee, titubanti a scendere nell’arena dell’esistenza vera.



Testo di Enzo Romeo

 

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