N. 9 2015 1 mazo 2015
Sommario 9 - 2015

Credere n. 9 - 01/03/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

100 numeri per raccontare che credere dona la vera gioia

Cari amici lettori, siamo arrivati al centesimo numero. Quasi non sembra vero! Abbiamo iniziato questa avventura con un certo…

Il personaggio | Licia Colò

Un sorriso svela il bello della vita

Licia Colò vive giorni difficili per la malattia di entrambi i genitori. Ma assicura: «La felicità non bussa alla porta,…

fratel Michael Davide Semeraro

Il mestiere della gioia

La “gioia della fede”? Per il monaco benedettino è un’esperienza di pienezza che fa sentire il peso della vita così leggero…

I figli ci chiedono..

Perché la Quaresima dura quaranta giorni?

QUARANTA GIORNI DI PENITENZA... È UN TEMPO MOLTO LUNGO! È esattamente lo stesso tempo che Gesù passò nel deserto lottando…

Ite, missa est | Emanuel Fant

Nell’arena della vita

Quando ero uno scout che risaliva col fiatone le Prealpi della provincia di Como, ci capitava di scoprire da un cartello…

Per una lettura completa...

I figli ci chiedono..

Perché la Quaresima dura quaranta giorni?

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Illustrazione di Plum

 

QUARANTA GIORNI DI PENITENZA... È UN TEMPO MOLTO LUNGO!

È esattamente lo stesso tempo che Gesù passò nel deserto lottando contro il diavolo

E COSA DEVO FARE?

Ripensare alla tua vita, aiutato dalla Parola

MAMMA, OGGI LA CATECHISTA CI HA DETTO CHE FRA POCO INIZIA LA QUARESIMA E CHE SI DEVE FARE PENITENZA. LA QUARESIMA DURA QUARANTA GIORNI: DEVO PENTIRMI PER TUTTO QUEL TEMPO?

In tutte le epoche e in tutte le civiltà i numeri hanno un significato particolare e nelle religioni determinano qualcosa di sacro. Il tre è il numero perfetto, infatti la Trinità è un’unione di tre persone; il sette ricorda i giorni impiegati da Dio per portare a compimento la creazione, quindi indica la perfezione, la completezza. Anche il quaranta ha un valore speciale: gli ebrei hanno camminato quarant’anni nel deserto, e non sempre sono riusciti a rimanere fedeli a Dio. Gesù si è ritirato quaranta giorni nel deserto e ha resistito alle seduzioni del tentatore per eccellenza: il diavolo. È in ricordo di quest’ultimo tempo che noi oggi viviamo il tempo di Quaresima. La penitenza è rinunciare agli inganni dello spirito del male.

E COSA DOVREI FARE?

La Chiesa ci invita soprattutto a metterci in ascolto della parola di Dio, per individuare quegli aspetti di noi stessi che hanno bisogno di qualche limatina e smussatina, per essere più pronti a vivere la grande festa di Pasqua. I nostri caratteri sono tutti nati sotto il segno del “porcospino”, abbiamo cioè qualche aculeo che punge gli altri quando si avvicinano troppo; o se preferisci abbiamo gli spigoli in vista, come un bel mobile antico: c’è bisogno che lo Spirito Santo soffi e agisca per sciogliere quei nodi di egoismo, che ci impediscono di amare gratuitamente, cioè senza aspettarci nulla in cambio.

COSA C’ENTRANO LE CENERI?

Il rito della cenere sul capo ci ricorda che nella nostra vita ci sono molte cose futili per cui non vale la pena di darsi pensiero, perché non hanno il potere di scaldare il cuore o di illuminare come un bel ceppo di legna. Parlo di tutti quei piaceri facili che attirano la nostra curiosità e impegnano le nostre energie in attività inutili, sono come la cenere che il vento disperde in un istante. Ma sotto la cenere ci sono le braci. Se per caso esse sono sopite, basta soffiarci su per vedere di nuovo il fuoco. «Convertiti e credi nel Vangelo», dice il sacerdote cospargendoci il capo di cenere. È da lì che dobbiamo ricominciare, dalla parola di Gesù, da quel Regno dei cieli, che lui è venuto ad annunciare. La veglia pasquale inizia con un grande fuoco acceso davanti alle porte della chiesa. È il simbolo di Gesù risorto: la vittoria della vita sulla morte, del fuoco dell’amore sulla sterilità delle ceneri. La Quaresima ci conduce a capire e a godere quel momento: la vera gioia va cercata nelle cose che contano e che durano nel tempo, come l’amore, la sola cosa che scalda davvero il cuore e illumina l’esistenza.

COMUNQUE IO HO CONTATO I GIORNI SUL CALENDARIO E IN REALTÀ NON SONO SOLO QUARANTA!

Hai ragione, dal mercoledì delle Ceneri alla domenica di Pasqua ci sono ben quarantasette giorni. «Allora i preti non sanno la matematica!», mi dirai tu. Invece no, perché c’è un’altra spiegazione. Per i cristiani la domenica è una festa in cui si ricorda la risurrezione di Gesù e nessuno può fare penitenza, anzi! «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?», ha detto un giorno Gesù. Ecco perché in Quaresima non si contano le domeniche che sono ben sette. E quarantasette meno sette quanto fa?

Testo Francesca Fabris

Disegni Plum

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