N. 9 2015 1 mazo 2015
Sommario 9 - 2015

Credere n. 9 - 01/03/2015

Insieme di don Antonio Rizzolo

100 numeri per raccontare che credere dona la vera gioia

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Il personaggio | Licia Colò

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Ite, missa est | Emanuel Fant

Nell’arena della vita

Quando ero uno scout che risaliva col fiatone le Prealpi della provincia di Como, ci capitava di scoprire da un cartello…

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Ite, missa est | Emanuel Fant

Nell’arena della vita

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Quando ero uno scout che risaliva col fiatone le Prealpi della provincia di Como, ci capitava di scoprire da un cartello che avevamo oltrepassato il confine con la Svizzera, e di scherzare: «Di qui sono in patria, se invece faccio un passo risparmio sul cioccolato e la benzina». Quello che trovavamo irresistibile era che semplicemente sollevando lo scarpone la geografia ci permetteva la teorica immersione in una lingua, una cucina, una storia sociale differente, nonostante l’uniformità del suolo. Era emozionante fare esperienza della contrazione, come sullo zerbino di un buco nero; ci eccitava l’espatrio a portata di mano, lo stupore di incontrare seduti vicino due concetti che l’intelligenza aveva già catalogato in differenti faldoni.

Oggi ho ritrovato questa sensazione, spostandomi solo di poche centinaia di metri, in pianura, con mia moglie, verso l’oratorio. Avevamo il compito di invitare agli incontri mensili di noi “giovani famiglie” le coppie impegnate nel “percorso-fidanzati”, una volta sposati.

Il gruppo stava vedendo la fine di un film commovente ed educativo, ed io avrei voluto togliere la spina al televisore, ed avvertirli che non è vero che nulla cambia, che si godessero il cineforum, perché presto, da occasione culturale, si farà luogo oscuro e caldino dove recuperare ore di sonno. Avrei potuto continuare, perché la sacra fusione di maschio e femmina è seguita da ben più impegnative mutazioni. Ma mi è parso che fosse mio dovere tacere.

Il confine che ci distingueva non si risolve nell’ironia dei luoghi comuni. La novità del matrimonio è una sola: la Presenza che prima immaginavi trasparente, grazie alla somma dei giorni insieme, guadagna un corpo così reale che ti viene il dubbio, certe sere, di aver apparecchiato per uno in meno. Questione di un passo soltanto, di un’unica goccia di sudore. Come ogni ospite, tu apri la porta, e lui ci mette il cammino: è un regalo. La facoltà di riceverlo è negli scarponi di ognuno.

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