N. 10 2014 9 marzo 2014
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Beati quelli che...

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Le riforme di papa Francesco

Il tagliando alla macchina vaticana

La scelta di uno stile sobrio nel vestire e nella liturgia e le grandi revisioni strutturali: collegialità, finanze, sinodi.

Le grandi attese

«Vai e rinnova la mia Chiesa...»

I poveri e gli abitanti delle “periferie”, i divorziati, i religiosi, le donne... Sono tante le categorie di fedeli che…

Gli esercizi spirituali

Il Papa In preghiera ad Ariccia con la Curia

Dal 9 al 14 marzo il Papa si ritirerà, invece che in Vaticano come era tradizione, in una casa dei Paolini ai Castelli romani…

Víctor Manuel Fernández

Il “cuore” del Vangelo al cuore alla gente

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Gli esercizi spirituali

Il Papa In preghiera ad Ariccia con la Curia

Dal 9 al 14 marzo il Papa si ritirerà, invece che in Vaticano come era tradizione, in una casa dei Paolini ai Castelli romani per un tempo di silenzio quaresimale..

 

La Casa Divin Maestro

L’apostolo Paolo: l’ingresso della Casa Divin Maestro, su cui si staglia la statua di Gesù Maestro.

Il primo anniversario del pontificato papa Francesco lo vivrà molto intensamente, secondo il suo stile e il suo carisma gesuitico, durante la settimana degli esercizi spirituali quaresimali in programma dalla sera di domenica 9 marzo fino a venerdì 14. Ma questo consueto momento di prolungato ritiro insieme alla Curia romana non si svolgerà – come tradizionalmente succedeva – fra le mura vaticane: ormai questo Papa ci ha abituato alle sue scelte controcorrente e ai suoi fuori programma. Bergoglio ha deciso, infatti, di “uscire” dai luoghi abituali – così come sant’Ignazio consiglia ai membri della Compagnia di Gesù e ai suoi figli spirituali – per recarsi nella Casa Divin Maestro dei Paolini, affacciata sul lago di Albano e circondata da boschi, già sede per diversi anni degli esercizi spirituali della Guardia svizzera.

Nei Castelli romani, sì, ma in disparte, senza distrazioni che possano disturbare il clima di preghiera. Del resto, aveva precisato in un comunicato la Segreteria di Stato – «lo scopo è di poter risiedere in modo riservato e silenzioso, lontano dagli uffici del lavoro abituale, per potersi dedicare con maggiore raccoglimento agli esercizi spirituali». E il vicedirettore della Sala stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, aveva rimarcato che nella Compagnia di Gesù «è tradizione che gli esercizi spirituali si tengano in un luogo diverso da quello in cui si abita».

È dal lontano 1925 che si è instaurata la prassi che la Curia romana si “ritiri” ogni anno per un periodo di silenzio di una settimana, sospendendo ogni altra attività quotidiana, per trovare la necessaria intimità con Dio. La introdusse Pio XI per il Papa e i suoi stretti collaboratori; quattro anni più tardi l’enciclica Mens nostra stabilì che gli esercizi spirituali si svolgessero ogni anno, inizialmente in Avvento ma, dal 1964, nella prima settimana di Quaresima.

Mentre Pio XII scelse spesso come predicatori dei padri gesuiti, Paolo VI si rivolse nel 1964 al redentorista tedesco Bernard Häring: fu quella la prima volta che uno straniero fu designato per questo delicato compito. Nel 1976 toccò al cardinale e arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla, il futuro Giovanni Paolo II, che, a sua volta, volle fra i suoi predicatori il cardinale Joseph Ratzinger, ora Papa emerito. Lo scorso anno fu il turno del cardinale Gianfranco Ravasi in un momento particolare della Chiesa: pochi giorni prima, infatti, Benedetto XVI aveva comunicato la sua rinuncia al pontificato. Altra novità di rilievo: il predicatore sarà un parroco del clero romano; non succedeva dai tempi di Giovanni XXIII, che, nel 1960, si rivolse al servo di Dio don Pirro Scavizzi, scomparso ottantenne nel 1964, di cui è attualmente in corso la causa di beatificazione.

Quest’anno le meditazioni saranno tenute da monsignor Angelo De Donatis, da oltre un decennio parroco di San Marco Evangelista a piazza Venezia, chiesa storica nel cuore di Roma, vicina alla Chiesa del Gesù, il luogo dove visse sant’Ignazio nei suoi anni romani e dove morì il 31 luglio 1556. E con i Gesuiti il sessantenne don Angelo non ha soltanto un rapporto di amicizia: collaborano da anni, organizzando in sinergia iniziative formative e culturali. Originario di Casarano, nel Leccese, ordinato nel 1980, dal 1983 è incardinato nella diocesi di Roma. Il Pontefice lo ha conosciuto pochi giorni dopo la sua elezione: «Ero fra i sette sacerdoti romani, impegnati nella carità e nella formazione, che hanno avuto il dono di essere invitati a pranzo in casa dell’arcivescovo Angelo Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, il Giovedì Santo dello scorso anno», ricorda don De Donatis.

Quel 28 marzo papa Francesco, “nuovo” del Vaticano, aveva chiesto a Becciu cosa facesse di solito dopo la Messa crismale in San Pietro. «Lui rispose che ogni anno invitava qualche sacerdote di Roma a pranzo», racconta il sacerdote; allora il Pontefice gli chiese di aggiungere un posto a tavola, anche per iniziare a prendere contatto con alcuni presbiteri della sua diocesi, di cui, fin dal primo saluto sulla Loggia delle benedizioni quindici giorni prima, si sentiva profondamente pastore. «Il pranzo durò due ore, perché il Santo Padre chiedeva a ciascuno di noi di raccontargli la propria esperienza nel ministero. Ero seduto alla sua destra. Quando gli ho confidato che mi occupavo della formazione dei sacerdoti, lui ha replicato: “Il Papa ha bisogno di questo”». Passano dei mesi da quel giorno, finché, a ottobre, squilla il telefono a San Marco evangelista: don Angelo viene contattato e gli viene affidato direttamente dal Santo Padre il delicato incarico di guidare gli esercizi spirituali della Curia.

Con ogni probabilità il contenuto delle meditazioni – che, si può supporre, avranno un’impostazione di fondo ignaziana – sarà pubblicato fra qualche mese, per mettere a disposizione dei fedeli la ricchezza spirituale già “gustata” in anteprima dal Papa e dai suoi collaboratori. D’altronde, il santo di Loyola è cruciale anche nella vita spirituale di don De Donatis, chiamato da anni a predicare gli esercizi ai preti della diocesi di Roma. In passato è stato nominato direttore spirituale del Pontificio Seminario romano maggiore e segue il cammino di diversi preti, religiosi e religiose; inoltre guida, come assistente spirituale, l’associazione intitolata a don Andrea Santoro, sacerdote del clero romano ucciso il 5 febbraio 2006 a Trebisonda, in Turchia, dove viveva da qualche anno come fidei donum.

Testo di Laura Badaracchi e Stefano Stimamiglio

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