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Ite missa est di Enzo Romeo

Se la torre di Babele diviene ragion di stato

La biotecnologia può illuderci di essere padroni della vita, fino a poterla ordinare come un oggetto in vetrina

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Ite missa est di Enzo Romeo

Se la torre di Babele diviene ragion di stato

La biotecnologia può illuderci di essere padroni della vita, fino a poterla ordinare come un oggetto in vetrina

Ite missa est 

Papa Francesco più volte ha messo in guardia dalla «colonizzazione ideologica» che ci fa credere vero e giusto ciò che in realtà è una rappresentazione speculativa della realtà. Già il cardinal Martini parlava dei «peccati collettivi assurti a dottrina», che chiamano bene il male, lo razionalizzano e lo giustificano. «Di qui», affermava l’arcivescovo di Milano, «nascono le catastrofi che rovesciano la società e sconvolgono periodicamente il corso della storia». Non erano frequenti negli scritti di Martini toni così preoccupati, quasi apocalittici: «Ci troviamo di fronte a una realtà diabolica proprio in quanto il male viene considerato bene per ragioni di stato, di interessi economici; tali deviazioni sociali confondono la mente, annebbiano la vista, impediscono di giudicare rettamente» (Ritrovare se stessi, 1996).

Il racconto della torre di Babele (Genesi 11) è un ammonimento sempre attuale. Quando l’uomo scoprì il mattone cominciò a pensare di non avere più limiti e di poter arrivare al cielo. Oggi sono soprattutto i mattoni della biotecnologia a produrre questo effetto. Ci sentiamo padroni della vita, esigiamo di fabbricarla a nostro piacimento, addirittura di ordinarla come si fa con un oggetto che abbiamo visto in vetrina e che ci piace avere.

Dalla soddisfazione della scoperta (il mattone, il computer, le tecnoscienze…) nasce la pretesa di compiere un’impresa colossale: l’autosufficienza dell’umanità, capace di edificare se stessa, senza arbitri che ne giudichino il destino. Si può perciò rompere tranquillamente il contratto con Dio e con il Creato, perché siamo certi di dipendere soltanto da noi stessi.

Il racconto biblico narra che a Babele si confusero le lingue e le persone non furono più capaci di parlare e di comprendere l’unico armonioso idioma che fino a quel momento ne aveva garantito l’unità. Quante volte chi ha responsabilità politiche, civili, scientifiche cade nell’esaltazione di poter possedere tutto e finisce per non capire più nulla.

Enzo Romeo

 

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