N. 10 - 2018 11 marzo 2018
INSIEME di don Antonio Rizzolo

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Adelaide Jacobelli

Francesco? Ha reso più umana e accogliente tutta la Chiesa

Ha 23 anni e, dal 19 al 24 marzo, parteciperà al presinodo dei giovani. La segretaria del Movimento studenti di Azione cattolica racconta il suo “a tu per tu” con Francesco: «Di lui mi piace la semplicità e il fatto che noi giovani non ci sentiamo mai giudicati»

Il Papa in piazza San Pietro con un gruppo di giovani

«Ho avuto i brividi quando, lo scorso 8 aprile, papa Francesco a Santa Maria Maggiore, dopo aver chiarito che il Sinodo è di tutti i giovani, ha detto: “Tante volte, nella vita, perdiamo tempo a domandarci: Chi sono io? Domandati piuttosto: Per chi sono io?”».

Adelaide Iacobelli ha 23 anni e dal 19 al 24 marzo parteciperà all’incontro presinodale in rappresentanza del coordinamento International Young Catholic Students. L’invito ai giovani a essere protagonisti dell’assise di ottobre lo ricorda così: «Ci ha detto che il Sinodo è “per” e “di” tutti i giovani. “I giovani sono i protagonisti” ha detto. “Ma anche i giovani che si sentono agnostici? Sì! Anche i giovani che hanno la fede tiepida? Sì! Anche i giovani che sono lontani dalla Chiesa? Sì! Anche i giovani che si sentono atei? Sì! Questo è il Sinodo dei giovani, e noi tutti vogliamo ascoltarci”. Ecco, noi giovani non abbiamo bisogno di altro che di essere ascoltati e amati per quello che siamo».

«CI SENTIAMO COMPRESI»
«Quando mi capita di ascoltare Francesco che si rivolge ai giovani, ogni volta, d’istinto, vorrei chiamare i miei amici non credenti e chiedergli di fermarsi a sentire con me le sue parole», dice Adelaide. «Alla Giornata mondiale delle gioventù di Cracovia ci ha chiesto di non confondere la felicità con un divano, dimostrando di conoscere bene la rassegnazione e l’apatia che purtroppo ci colpisce. E nessun giovane si è sentito offeso, ma compreso. Anche in quell’occasione ci ha dimostrato di avere a cuore la nostra felicità, di saper toccare le corde giuste senza mai nemmeno l’ombra di un giudizio».

Adelaide, che si sta laureando in Statistica, viene da un cammino ecclesiale intenso. «Da quando sono bambina ho percepito la Chiesa come una casa, e in Azione Cattolica ho trovato un percorso di crescita comunitaria che mi ha accompagnata e sostenuta, soprattutto grazie all’esperienza del Movimento studenti di Ac». Proprio grazie all’associazione, che quest’anno sta festeggiando 150 anni di vita, ha avuto la possibilità di incontrare il Papa, il 30 aprile dello scorso anno, nel megaraduno in piazza San Pietro.

PAROLE SENZA FRONZOLI
«Le sue parole, in particolare il suo richiamo alla responsabilità di “gettare il seme buono del Vangelo”, arrivavano alle orecchie e ai cuori con una forza incredibile», racconta. «Il lessico era così semplice da mettere a nudo la verità e profondità del suo messaggio, senza fronzoli. Lì mi sono resa conto che la verità passa attraverso il linguaggio della quotidianità, e che il Papa ha la capacità di entrare in punta di piedi nei cuori di 10 mila persone contemporaneamente, trasformando un semplice discorso in un invito personale alla conversione e alla felicità».

Adelaide, che è segretaria nazionale del Movimento studenti di Ac (Msac), ha salutato il Papa alla fine dell’incontro. «Non avevo idea di cosa dire o come comportarmi. Quando è arrivato il mio turno, mi sono avvicinata, l’ho guardato da vicino e ho sorriso pensando a tutte le preoccupazioni che avevo avuto sul protocollo. Anche lui mi ha sorriso e allora l’ho abbracciato, dicendogli che gli volevo bene e che tutta l’Azione cattolica gli voleva bene. Francesco mi ha guardato di nuovo negli occhi dicendomi: “Ricordati di pregare per me”. In quel momento ho capito che non è solo un grande Papa, capace di parlare di Dio con semplicità, ma anche un uomo profondamente umile, che manifesta nella sua richiesta di preghiera e nel calore dei suoi gesti un’umanità che va oltre le formalità e che può rendere ancora più umana tutta la nostra Chiesa».

Gli studenti e i giovani di Azione cattolica hanno iniziato a riflettere sul Documento preparatorio del Sinodo a partire dai campi estivi «provando a ragionare sul discernimento e la ricerca della fede nel quotidiano delle nostre attività di studio e lavoro», spiega Adelaide. Si è poi risposto al questionario che andava inviato alla segreteria del Sinodo e, insieme ai giovani di Azione cattolica di tutto il mondo, è stata proposta l’iniziativa “Invita il tuo Vescovo!”, per vivere con il pastore della propria diocesi un momento di dialogo anche con amici non credenti.

Gli studenti di Ac hanno inoltre promosso la compilazione del questionario online nelle scuole italiane, «soprattutto per ascoltare la voce di chi si è allontanato dalla Chiesa e provare a confrontarsi sulle domande di senso che abitano nel cuore di ogni giovane, credente o meno». Adelaide porterà il materiale raccolto all’incontro presinodale, insieme a tutte le speranze dei giovani.

Testo di Vittoria Prisciandaro

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