N. 10 - 2018 11 marzo 2018
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Ite, missa est di Emanuele Fant

Solo a Francesco è riuscita la rivoluzione

Mentre i ragazzi degli anni Sessanta urlavano di voler cambiare il mondo, un giovane studente gesuita argentino si atteneva…

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Ite, missa est di Emanuele Fant

Solo a Francesco è riuscita la rivoluzione

Mentre i ragazzi degli anni Sessanta urlavano di voler cambiare il mondo, un giovane studente gesuita argentino si atteneva al rigido silenzio degli esercizi ignaziani...

Ite missa est. Illustrazione di Emanuele Fucecchi

I ragazzi degli anni Sessanta erano ribelli per vocazione. Sentivano che un universo migliore era già lì ad aspettarli nel futuro, serviva solo l’occasione per andarlo a catturare.

Tanto per iniziare, tra questi c’era mio padre: da un paesino del Veneto è partito per l’Africa con l’obiettivo di raddrizzare alcuni insopportabili squilibri dell’economia mondiale. Nel frattempo, più a Ovest, il medico argentino Ernesto Guevara puntava sulla lotta armata per rovesciare i regimi latinoamericani. A Londra, stilisti e creativi confezionavano abitini in plastica e caftani, per gli eccentrici guardaroba del domani. Al di là dell’Atlantico, Bob Dylan sciorinava cantilene folk contro le ingiustizie del potere, avvisando che «i tempi stanno per cambiare».

Mentre il mondo giovanile urlava in coro una voglia condivisa di rivoluzione, nel chiuso di una casa religiosa argentina lo studente gesuita Jorge Mario si atteneva al rigido silenzio degli esercizi spirituali ignaziani. Anche volendo, non avrebbe potuto gridare: gli mancava mezzo polmone asportato in seguito a una malattia, qualche tempo prima.

Nel 1968 i Beatles scoprivano di avere un fulcro spirituale e viaggiavano verso l’India per approfondirlo. Con loro sempre più ragazzi, delusi dai cambiamenti che tardavano ad arrivare, barattavano l’impegno sociale con un meno impegnativo rinnovamento interiore: autoanalisi di gruppo, sostanze allucinogene per allargare la percezione, ambientalismo eletto a religione.

Nel 1969, l’atto finale: ad agosto, sul prato di Woodstock, i migliori musicisti rock in circolazione intonavano il requiem a una stagione resa ormai inoffensiva dalle droghe, dalla promiscuità, dalla delusione. Per la generazione dei ribelli quel festival fu il necrologio di ogni passione. Ma mentre moriva la chitarra incendiaria di Jimi Hendrix, a dicembre dello stesso anno il giovane Jorge Mario Bergoglio festeggiava la sua ordinazione sacerdotale. E dava inizio a una nuova storia. Visto da ora, il religioso argentino con mezzo polmone è l’unico a cui davvero sia riuscita la rivoluzione.

Illustrazione di Emanuele Fucecchi

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