N. 10 - 2019 10 marzo 2019
INSIEME di don Antonio Rizzolo

Quaresima, tempo per riscoprire la relazione con gli altri e con tutto il creato

Nel suo messaggio Papa Francesco ci invita a prepararci alla Pasqua vincendo il peccato e la chiusura in noi stessi per aprirci…

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INSIEME di don Antonio Rizzolo

Quaresima, tempo per riscoprire la relazione con gli altri e con tutto il creato

Nel suo messaggio Papa Francesco ci invita a prepararci alla Pasqua vincendo il peccato e la chiusura in noi stessi per aprirci all’amore verso gli altri e l’intera creazione

 

Cari amici lettori, siamo appena entrati nel tempo di Quaresima, che ci prepara a vivere il momento culminante dell’anno liturgico: la Pasqua di passione, morte e risurrezione di Cristo. Il cammino quaresimale rappresenta il percorso della nostra vita, bisognosa di continua conversione in vista della Pasqua eterna, la piena comunione con Dio. Ma non tutta la nostra vita può ridursi a penitenza e preparazione. Ogni giorno, infatti, siamo chiamati a risorgere con Cristo nell’amore verso tutti e tutto. Come ha scritto papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima 2019, riprendendo san Paolo, la stessa creazione è coinvolta. D’altra parte, la vita cristiana è sempre tra “il già e il non ancora”, tra la Quaresima e la Pasqua: siamo “già” redenti, salvati, risorti con Cristo, ma “non ancora” nella pienezza della gloria di Dio; abbiamo bisogno ogni giorno di purificarci, di lasciarci guidare dalla grazia di Dio, di convertirci all’amore. Un amore che si manifesta nelle nostre relazioni con gli altri e con il creato che ci circonda.

È questo che emerge nel messaggio quaresimale di Francesco: la nostra esistenza non è chiusa nell’individualità, ma tutto quello che siamo e che facciamo si riflette sugli altri e sulla stessa natura. Anche il peccato, causa di ogni male, non riguarda solo noi stessi ma, come scrive il Papa, «fin dal suo apparire in mezzo agli uomini ha interrotto la comunione con Dio, con gli altri e con il creato». Non solo siamo «animali sociali», come diceva Aristotele, ma esseri in relazione, perché creati a immagine e somiglianza di Dio che è in se stesso relazione d’Amore tra il Padre e il Figlio.

Non è un discorso astratto o meramente teologico, ma molto concreto. Vuol dire che se noi siamo migliori il mondo stesso, gli altri, la creazione, ne traggono beneficio. La nostra può sembrare una goccia nell’oceano, ma senza quella goccia, diceva Madre Teresa, l’oceano sarebbe più povero. Facciamo nostre, allora, le esortazioni di papa Francesco, che riprendono le tre pratiche tradizionali della Quaresima: «Digiunare, cioè imparare a cambiare il nostro atteggiamento verso gli altri e le creature: dalla tentazione di “divorare” tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore... Pregare per saper rinunciare all’idolatria e all’autosufficienza del nostro io, e dichiararci bisognosi del Signore e della sua misericordia. Fare elemosina per uscire dalla stoltezza di vivere e accumulare tutto per noi stessi, nell’illusione di assicurarci un futuro che non ci appartiene».

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